In Cina lo smog fa 4.400 morti al giorno, colpa dell'uso massiccio di carbone
Quella dovuta all’inquinamento in Cina è una vera e propria epidemia, con un tributo superiore ai quattromila morti al giorno, più di quelli che fa in tutto il pianeta la Tbc. Lo ha calcolato il Berkeley Earth, istituto dell’università della California specializzato in analisi statistiche che per primo ha dimostrato che il riscaldamento globale è «al 99,9%» causato dall’uomo, con uno studio che semina dubbi sulle possibilità che Pechino riesca a ripulire la propria aria in tempo per le Olimpiadi invernali del 2022.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 1.500 centraline in Cina, Taiwan e altri Paesi vicini, compresa la Corea del Sud. I numeri trovati sono stati confrontati poi con le stime dell’Oms sull’effetto dell’inquinamento sulle principali malattie. Dall’elaborazione emerge che circa il 40% degli abitanti del paese vive con livelli medi giornalieri di inquinanti superiori ai limiti occidentali, e che il 92% ha almeno 120 ore l’anno di aria irrespirabile. Circa il 17% di tutte le morti in Cina è attribuibile allo smog, un totale di 1,6 milioni di decessi l’anno dovuti soprattutto alle malattie di cuore, polmoni, a partire da asma e tumori, e all’aumento degli ictus. «Sono numeri enormi, di cui è difficile rendersi conto - afferma Robert Rhode, l’autore principale -. Le aree peggiori sono quelle a sud-ovest di Pechino».
A produrre la maggior parte degli inquinanti, soprattutto polveri sottili, sono le grandi fabbriche che bruciano carbone, afferma lo studio, oltre alle centrali elettriche alimentate con lo stesso combustibile, molto utilizzato anche per il riscaldamento domestico.
Il problema, già noto fin dai Giochi estivi che la capitale cinese ha organizzato nel 2008, potrebbe tornare d’attualità visto che Pechino si è aggiudicata anche quelli invernali del 2022 proprio con la «promessa» di grandi interventi contro l’inquinamento. «Gran parte dello smog di Pechino deriva dagli insediamenti industriali della provincia di Ebei, a circa 400 chilometri di distanza. Questo vuol dire che per pulire l’aria della capitale, come promesso per le Olimpiadi invernali del 2022, serviranno interventi anche nelle regioni industriali».