La Sat: serve un regolamento provinciale per gli impianti di innevamento artificiale
Formazione delle giovani generazioni e dei nuovi associati, tutela e valorizzazione del patrimonio alpino e completamento dei progetti di solidarietà internazionali avviati a favore delle popolazioni dei territori nepalesi interessati dal drammatico terremoto dello scorso anno.
Ma anche realizzazione di un polo culturale aperto alla cittadinanza - denominato «Casa della montagna» - e promozione di tavoli di confronto istituzionali per valutare in modo obiettivo l'impiego delle risorse idriche montane in relazione al mutamento climatico in corso. Sono questi, in estrema sintesi, gli obiettivi futuri per la Sat, la Societa degli alpinisti tridentini, tracciati dal presidente Claudio Bassetti nel corso dell'assemblea annuale dei delegati, ieri pomeriggio presso l'aula magna dell'istituto Arcivescovile di Trento.
Vi hanno preso parte oltre 225 persone, a fronte dei 352 aventi diritto a rappresentare i 27.690 trentini tesserati. Nell'assemblea, si è discusso anche dell'importanza del confronto tra Sat e istituzioni, enti locali e Provincia, al fine di garantire una sempre migliore gestione dell'ambiente montano, dei sentieri alpini e dei rifugi disseminati in prossimità delle vette.
L'assemblea, appuntamento ordinario dopo il congresso elettivo dell'anno scorso, durante il quale gli animi si sono accesi e non sono mancate occasioni di scontro tra candidati, si è svolta tutto sommato tranquillamente, senza tensioni interne. Alla relazione del presidente, che ha insistito soprattutto sull'opportunità di dimostrarsi solidali con le popolazioni in difficoltà in un momento di chiusura generalizzata, sono seguite le relazioni degli undici presidenti delle altrettante commissioni di lavoro specifiche.
«La Sat - ha detto Bassetti - rappresenta appieno un modo di essere della popolazione trentina, solerte di fronte alle difficoltà. Ed è proprio questo tratto di socialità, solidarietà e sobrietà, dimostrata anche lo scorso anno, che intendiamo conservare e trasferire ai nostri giovani iscritti, convinti dell'importanza della relazione con la società, a tutti i livelli. Per questo invito le sezioni a non rinunciare al confronto, anche quando questo non porta a nulla di concreto nel breve periodo».
Dell'importanza della relazione Bassetti è poi tornato a parlare in riferimento ai controlli sui valichi alpini annunciati dal Governo austriaco. «Le popolazioni delle Alpi - ha detto, rispondendo ad una nostra domanda - sono vissute di scambi e relazioni. Ci preoccupa dunque la riedificazione di muri che non portano a nulla».
Altro tema che crea apprensione tra i delegati del sodalizio degli alpinisti, è la questione dei cambiamenti climatici. In particolare, si è discusso in merito al diffuso impiego degli impianti di innevamento artificiale. Al riguardo, si è parlato della necessità di avviare un confronto a livello provinciale, per evitare che ciascun comprensorio sciistico adotti autonomamente le proprie decisioni.
«Le risorse montane - ha spiegato il presidente Bassetti - sono beni irriproducibili, e dobbiamo essere attenti ad utilizzarle. Per i piani di innevamento, servirebbe un regolamento provinciale unico». In ultimo, si è fatto cenno anche ad un piano per la realizzazione di una «Casa della montagna» presso la sede di via Manci, da unire ad un polo espositivo e alla sala congressi, e da rendere aperta a tutti. In questo caso, il progetto prevede l'allestimento di spazi dove rappresentare il patrimonio alpino, comprensivo di laboratori e centro congressi a disposizione dell'intera comunità.