Saccheggiati i nidi di uccelli Presi con le mani nel sacco
Se i fucili tacciono, non è detto che i bracconieri se ne stiano tranquilli. In questa stagione si ripete purtroppo il fenomeno della cattura di niadiacei dai nidi, al fine di allevarli per poi commercializzarli o usarli direttamente per l’attività di caccia con richiami vivi.
Attività quest’ultima lecita, ma che può essere condotta solo utilizzando uccelli provenienti da allevamenti autorizzati. Negli ultimi giorni sono state diverse le operazioni di controllo del territorio da parte degli uomini del Corpo Forestale Trentino, proprio per contrastare questo fenomeno. In particolare nelle località di Tremalzo, Porona e Prati del Monte in comune di Ledro, attività di controllo ad un posto di blocco hanno consentito di accertare che in un baule, per la precisione nella ruota di scorta, era stato nascoso un nido di Tordo bottaccio contenente 4 nidiacei.
Si è proceduto quindi all’identificazione degli occupanti del veicolo che poi sono stati accompagnati presso i locali della Stazione Forestale di Ledro al fine di esperire le ordinarie procedure di Polizia giudiziaria.
All’operazione hanno partecipato gli Agenti forestali della Stazione forestale di Ledro, quelli della Stazione forestale di Riva del Garda ed il guardiacaccia di zona dell’Associazione cacciatori trentini.
Una delle due persone occupanti l’auto fermata era stata identificata e segnalata già nel 2012 per il reato di uccellagione nella stessa zona. I nidiacei sequestrati sono stati consegnati al centro di recupero della Fauna selvatica del Servizio Foreste e fauna presso il Casteler, gestito dalla LIPU, per la cura e la successiva liberazione.
Un’altra azione di vigilanza mirata per la repressione dell’uccellagione ai danni dei nidiacei di tordo ha avuto successo nei frutteti della val di Non. Erano in campo questa volta uomini dell’Ufficio Distrettuale delle Foreste di Cles e dell’Ufficio Distrettuale delle Foreste di Malè. È stata individuata e seguita un’auto sospetta che si dirigeva verso i frutteti di Tassullo, dove gli occupanti scendevano e percorrevano i filari di alcuni meleti.
Gli agenti che li sorvegliavano li hanno bloccati presso un punto obbligato per il ritorno a valle in auto. Ad una prima perquisizione del mezzo non risultava nulla di sospetto, ma la perquisizione veniva approfondita fino a trovare due vani appositamente ricavati sotto il pianale dell’auto, da cui venivano estratti 5 nidiacei di tordo.
Si decideva in questo caso di proseguire l’attività di indagine perquisendo anche le abitazioni dei tre bracconieri, a Mura, in Valsabbia, provincia di Brescia. Presso l’abitazione di uno dei tre, l’unico del gruppo con licenza di caccia e abilitazione all’allevamento di uccelli da richiamo, venivano rinvenute le attrezzature atte alla contraffazione degli anelli che servono ad individuare gli uccelli provenienti da allevamento. Con tali attrezzature all’uomo risultava possibile far passare per nati in cattività anche animali selvatici catturati illecitamente. Sono stati quindi sequestrati un’ottantina di uccelli detenuti dal bracconiere oltre alle attrezzature per inanellarli e all’auto servita per il trasporto.
Ancora, nelle campagne di Mezzolombardo e Roverè della Luna è stata sorpresa una persona del posto con 2 nidi di tordo bottaccio con all’interno 7 pulli. I nidi anche questa volta erano stati occultati nel bagagliaio dell’auto controllata all’interno della ruota di scorta. Il personale intervenuto in questo caso è quello di custodia forestale, delle due Stazioni forestali della Rotaliana-Konigsberg e della Paganella e del Distretto Forestale di Trento. Sono stati sequestrati i nidi e nella successiva perquisizione in casa si sono trovate delle panie invischiate e una rete per l’uccellagione. L’uomo è stato denunciato all’Autorità giudiziaria in questo caso per furto, maltrattamento di animali ed esercizio della caccia con mezzi vietati.