Siccità: due terzi dell'Italia sono rimasti a secco
I due terzi dell’Italia e dei campi coltivati lungo la Penisola sono a secco a causa della siccità delle ultime settimane ed ammontano ad oltre 2 miliardi, secondo un’analisi Coldiretti, i danni provocati a coltivazioni e allevamenti.
Dal Nord al Sud darebbero almeno 10 le Regioni che hanno già avviato le verifiche e stanno per chiedere, dunque, la dichiarazione di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole per attivare il Fondo di solidarietà nazionale. In particolare, con la dichiarazione scattano la sospensione delle rate dei mutui bancari delle imprese agricole e il blocco del versamento dei contributi assistenziali e previdenziali.
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Tenuto conto dell’eccezionale siccità, vengono estesi i benefici del fondo anche alle aziende agricole che potevano sottoscrivere assicurazioni, grazie ad un emendamento al decreto Mezzogiorno ora in Senato. Allarmanti i dati Coldiretti: il Lago di Garda e appena al 34,4% di riempimento del volume mentre il fiume Po al Ponte della Becca a Pavia a circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico. Per gli agricoltori è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni. In Lombardia sui pascoli di montagna si registra un calo del 20% di erba a disposizione del bestiame. Le perdite provocate dalla siccità nella sola Lombardia ammontano a circa 90 milioni di euro.
LA MAPPA DEI DANNI REGIONE PER REGIONE
È un’emergenza che si estende a tutta Italia quella causata dalla siccità nelle ultime settimane, con il 2017 che si classifica ai primi posti degli anni più caldi da oltre due secoli. Sul fronte agricolo i danni, secondo un’analisi di Coldiretti, ammontano a circa 2 miliardi, mentre la produzione di latte è crollata del 15%. Ecco la mappa dell’emergenza regione per regione:
In LOMBARDIA sui pascoli di montagna si registra in media un calo del 20% di erba a disposizione del bestiame. Le perdite provocate dalla siccità in Lombardia ammontano a circa 90 milioni.
In PIEMONTE a soffrire sono soprattutto le province di Cuneo, Asti e Alessandria dove il forte caldo di questi giorni, oltretutto, sta aggravando la situazione idrica degli alpeggi. La campagna cerealicola sta facendo registrare rese inferiori del 30%.
La LIGURIA risente della siccità soprattutto per gli oliveti dell’Imperiese e nelle zone irrigue di Andora ed Albenga dove soffre anche la coltivazione del pregiato basilico genovese. Dal mese di aprile, il VENETO ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità allo scopo di contingentare l’acqua.
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In TRENTINO ALTO ADIGE la produzione del primo taglio di fieno è stata falcidiata del 30%, ma la siccità ha fatto ulteriori danni dopo quelli, gravissimi, provocati dalle gelate con perdite anche del 100% in alcune aziende frutticole della Val di Non, della Val di Sole e della Valsugana.
Lo stato di «sofferenza idrica» è stato sancito in FRIULI VENEZIA GIULIA, mentre la dichiarazione dello stato di emergenza riguarda le zone di Parma e Piacenza in EMILIA ROMAGNA dove si registrano danni, soprattutto a pomodoro da industria, cereali, frutta, per oltre 100 milioni ai quali se ne aggiungono altri 50 per nubifragi e grandinate.
Oltre 200 milioni di euro è la stima dei danni da siccità all’agricoltura stimati in TOSCANA dove la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza. Solo la perdita di prodotto per grano tenero e duro è valutata in circa 50 milioni di euro.
Nelle MARCHE, dove la Coldiretti stima un danno di circa 30 milioni, a soffrire sono tutte le colture, con crolli di produzione fino al 50%. Danni stimati in oltre 60 milioni in UMBRIA dove il calo delle precipitazioni porterà a una diminuzione delle rese di grano e orzo (-30/40%) e per i foraggi (-50%).
Nel LAZIO le criticità maggiori si registrano a Latina dove sono compromessi fino al 50% i raccolti di mais, ortaggi, meloni: i danni si attestano tra 90 e i 110 milioni.
La lunga siccità ha messo a dura prova tutte le province della CAMPANIA dove la Regione ha chiesto lo stato di calamità naturale: i danni sono di circa 200 milioni.
In ABRUZZO, nella sola Marsica che contribuisce a generare il 25% del Pil agricolo con 13mila ettari coltivati, si stimano perdite di ricavo, legate alla produzione orticola e zootecnia, di circa 200 milioni.
Dighe ai minimi storici in MOLISE dove numerosi comuni hanno emanato ordinanze “anti spreco” per salvaguardare le risorse idriche.
La prolungata siccità ha già causato la perdita di 140 milioni di euro di grano, pomodori da industria e ortaggi in PUGLIA.
I danni toccano i 310 milioni di euro in CALABRIA con la Regione ha avviato le procedure per la richiesta della calamità.
In SICILIA costi triplicati per chi è costretto a irrigare i campi, con l’acqua che in alcune zone del catanese non arriva a causa di una rete colabrodo.
In SARDEGNA nel Sulcis-Iglesiente 4 mila aziende agricole sono rimaste praticamente senz’acqua a causa della siccità e degli incendi: 120 milioni di euro le perdite per tutti i settori agricoli. La Giunta Regionale ha adottato una delibera per chiedere lo stato di calamità naturale.