Il caldo eccezionale minaccia anche l'ecosistema marino
Ma il caldo eccezionale di questi giorni si sente anche in mare? Pesci e alghe soffrono pure loro per l’afa? La risposta è sì, spiega il biologo marino Marco Faimali, del Cnr di Genova.
Che avverte: siamo al limite, se questo caldo continua, si avranno danni all’ecosistema marino.
E c’è anche il rischio che le alte temperature facciano prosperare alghe tossiche per l’uomo.
«Siamo in un momento di attenzione. La temperatura del mare è più calda dal solito da mesi. La riproduzione di molte specie è avvenuta con un mese, un mese e mezzo di anticipo. Le meduse sono arrivate prima, in primavera.
Siamo al limite. Se il clima torna subito alla normalità, con piogge e mareggiate, non ci saranno conseguenze. Ma se persiste il caldo, avremo dei danni all’ecosistema, in primis a gorgonie, coralli e altri organismi filtratori, come le cozze. I pesci si possono spostare verso acque più fresche, in profondità o in mare aperto, questi organismi no. Stiamo monitorando la situazione».
«La moria delle gorgonie - spiega ancora Faimali - sarebbe la prima conseguenza del caldo eccessivo in mare - continua il ricercatore -. Il corallo non dovrebbe subire gli effetti disastrosi di sbiancamento che si sono verificati in Australia, a causa del riscaldamento globale. Però di certo andrebbe in sofferenza. La stessa sofferenza delle cozze e di altri organismi filtratori. E poi, con le alte temperature potrebbero prosperare le alghe tossiche, come la ostreopsis ovata». Piante che provocano dermatiti, congiuntiviti e problemi respiratori nei bagnanti.
Per Faimali, i danni a flora e fauna marine dovuti all’estate rovente non sono necessariamente permanenti. «L’ecosistema poi recupera in autunno, ritrova il suo equilibrio - spiega -. Una singola stagione calda non cambia le cose».
Ci sono però cambiamenti più duraturi e rischiosi. «Esiste una tropicalizzazione del Mediterraneo, di lungo periodo, dovuta al cambiamento climatico - dice lo studioso -. Specie animali e vegetali del sud del Mediterraneo sono ormai stanziali anche al nord. L’esempio più eclatante è il barracuda, che oramai è comune anche a Portofino. Ma anche l’alga Caulerpa».
I pescatori delle Tremiti questa estate segnalano che l’acqua è più pulita, perchè il Po in secca scarica meno sedimenti. Per il ricercatore però è solo un fenomeno passeggero: «Quando torneranno le piogge, la situazione tornerà come prima».