Riscaldamento globale, ghiacciai a rischio Trento, gli studi di Fbk e Mach
«Il tema del cambiamento climatico è probabilmente la questione scientifica, economica, politica e morale predominante del 21esimo secolo», affermava nel 2009 il climatologo americano James Hansen.
In effetti il clima è cambiato, in Trentino così come nel resto del mondo, ed i dati scientifici raccolti negli ultimi decenni lo dimostrano chiaramente. Dalle temperature alle precipitazioni, dalla neve ai ghiacciai, questi dati comprovano come nella nostra provincia, come nel resto delle Alpi, gli effetti del riscaldamento dell’intero pianeta si facciano sentire.
Un elemento spicca tra tutti: nel corso degli ultimi decenni la temperatura ha visto un incremento di circa un grado, due rispetto al periodo della pre-industrializzazione.
Questi e molti altri temi sono stati toccati durante il convegno «Il clima in Trentino. Dalle temperature ai ghiacciai: la ricerca racconta la storia di un clima che cambia», che ha avuto luogo presso la Fondazione Bruno Kessler, alla presenza dell’assessore provinciale all’Università e Ricerca, Sara Ferrari.
L’incontro è stato l’occasione per divulgare i risultati dei principali studi svolti grazie anche al supporto del Fondo per la promozione dello sviluppo sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climatici dell’Assessorato alle Infrastrutture e all’Ambiente.
Emanuele Eccel della Fondazione Edmund Mach ha spiegato come in Trentino dal trentennio 1961-1990, periodo di riferimento per la climatologia, le temperature medie annue siano cresciute di circa +1,0°C con un contributo più marcato in estate ed in primavera.
Nel medesimo periodo sono aumentate altresì le ondate di calore, mentre il numero di giorni di gelo è diminuito. Il rischio di gelate è invece rimasto elevato, complice anche il fatto che la vegetazione ha anticipato la propria fioritura. Le precipitazioni, nel loro apporto medio annuo, sono rimaste costanti.
Negli ultimi dieci anni, poi, nella nostra provincia si è registrata un’elevata variabilità in ordine alle precipitazioni invernali e nello stesso arco temporale spiccano in particolare le annate 2013-14 e 2008-09, risultate le stagioni più nevose degli ultimi 35 anni. Sul tema delle nevicate, Alberto Trenti di Meteotrentino ha evidenziato come negli inverni dal 1920 ad oggi soltanto in due occasioni, nel 1923 e recentemente nel 2002, non si siano registrate nevicate nel capoluogo.
La nevicata più copiosa, ancor oggi molto viva nella mente dei trentini, è stata quella del 1985, seguita da quella del 28 gennaio del 2006, con 65 cm di neve.
In generale, complice l’innalzamento della temperatura, nella città di Trento oggi nevica il 30% in meno rispetto a trent’anni fa. I ghiacciai si stanno ritirando ed il fenomeno, ha spiegato Christian Casarotto del Muse, non è in fase di attenuamento.
Ad oggi in Trentino l’estensione glaciale è di 32,2 km quadrati, in sensibile diminuzione rispetto ai 112,8 km quadrati presenti nella seconda metà del 1800. Il gruppo montuoso che ha fatto registrare la maggior contrazione è stato quello delle Dolomiti di Brenta (-86,5%), seguito dalle Pale di San Martino (-82,1%) e della Marmolada (-74,9%).
Sono intervenuti alla giornata dedicata al clima in Trentino anche Cesare Furlanello di Fbk, Antonella Cristofori della Fondazione Mach, Lavinia Laiti del Dicam- Unitn e Alessandro Gretter della Fondazione Mach, con un intervento che ha toccato tra gli altri il tema della green economy.