Oltre 160mila firme per liberare il cane Miro Il sequestro finisce anche su Rai Uno
Oltre 160mila firme per «liberare» Miro, il pastore maremmato posto sotto sequestro preventivo perché abbaia troppo.
La raccolta è stata promossa dalla nipote della proprietaria del cane, Eva Munter, e in meno di due settimane ha raggiunto un record di sottoscrizioni. Facciamo un passo indietro. Fino al 22 marzo scorso Miro viveva in una casa bifamiliare a Roveré della Luna; quella mattina i carabinieri si sono presentati dalla proprietaria e hanno prelevato Miro davando esecuzione ad un provvedimento giudiziario. Secondo la procura, che ha accolto le querele presentate da un vicino di casa, la proprietaria del cane è colpevole di «disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone».
Ai due decreti penali di condanna da 70 e 154 euro, i legali della famiglia di Miro hanno fatto opposizione. L’udienza si terrà a fine aprile, ma nel frattempo è arrivato il sequestro preventivo dell’animale. «Il processo penale riguarda l’esistenza o meno del reato di disturbo della quiete pubblica - spiega l’avvocato della famiglia di Miro, Cecilia Venturini - Contro il provvedimento di sequestro preventivo abbiamo fatto istanza di riesame: nell’udienza che si terrà la prossima settimana si deciderà se sia sequestrabile un animale domestico, se ci siano i presupposti di legge perché possa essere correttamente applicato il sequestro preventivo». Ieri del caso di Miro si è occupata la trasmissione di RaiUno «La vita in diretta», con un collegamento dal canile di Marco a Rovereto, dove il cane è ospitato.
Il pastore maremmano è stato a lungo inquadrato, assieme a Roberto, il papà di Eva Munter, promotrice della raccolta firme, nipote della proprietaria 75enne che proprio in questi giorni è ricoverata in ospedale. «La famiglia si sta dividendo tra le cure alla signora e questo caso, con continue richieste di interviste e interventi in televisione» evidenzia il legale. Miro non è il primo cane che viene posto sotto sequestro preventivo.
«La Cassazione nel 2017 ha sostenuto che il cane è sequestrabile, ma il caso era diverso - prevista l’avvocato Venturini - Si trattava di due cani che piangevano e si lamentavano. Il sequestro preventivo è applicabile secondo noi se interviene a protezione di un animale di fronte ad una comprovata situazione di maltrattamento oppure se il cane è pericoloso. Ma non nel nostro caso, in questa fase pre processuale in cui si è sentita solo una versione del fatti».