La salute del lago di Garda: in 30 anni la temperatura è salita d 1,6 gradi
Lo stato ecologico del lago di Garda è sufficiente, o almeno tale lo è stato nel triennio 2014-2016. Mentre quello «chimico» è buono. A dirlo, dati scientifici alla mano, è il vicepresidente della giunta provinciale Mario Tonina in una lunga e articolata risposta all’interrogazione presentata dai consiglieri di «Futura 2018» Paolo Ghezzi e Lucia Coppola.
Negli ultimi trent’anni, ma questo era probabilmente sotto gli occhi di tutti coloro che hanno un minimo di esperienza di lago, «la temperatura ha subito delle variazioni». «Nella parte superficiale, a 5 metri di profondità - scrive Tonina - come tendenza, si è passati da 13 gradi centigradi a 14,6 gradi, con un aumento, quindi, di 1.6 gradi centigradi. Nella zona profonda, a 250 metri di profondità, si è passati, come tendenza, da 7.8 a 8.4 gradi centigradi, con un aumento di 0.6 gradi». Dal 2017 il monitoraggio del lago è stato oggetto di una più fitta collaborazione tra Agenzia provinciale per l’ambiente, Arpa Veneto e Arpa della Lombardia: «Nell’ambito di questo accordo - prosegue il vicepresidente della giunta provinciale - il lago è stato suddiviso in due distinti corpi idrici: occidentale e sudorientale, il primo rappresentato dal bacino più profondo che si estende in direzione nord-sud e che comprende la porzione trentina; l’altro dal bacino orientale, delimitato dalla dorsale subacquea che congiunge punta San Vigilio con la penisola di Sirmione». Un dato estremamente importante per comprendere la salute delle acque del Garda è lo stato di ossigenazione: «La concentrazione dell’ossigeno disciolto in prossimità del fondo, secondo gli ultimi rilievi del 4 giugno scorso, misurava 9,7 milligramnmi per litro, che equivale ad una percentuale di saturazione dell’83% - fa sapere ancora il vicepresidente della giunta provinciale - Nel corso degli anni di monitoraggio, nel momento di maggior rimescolamento e quindi riossigenazione degli strati profondi delle acque del lago, che si ricorda, non tutti gli anni arriva alla massima profondità, i valori minimi si sono registrati negli inverni 2016, 2017 (5.5 mg/L il 5 dicembre 2016, pari al 47% di saturazione). Durante l’inverno 2018 si è verificato un particolare episodio di rimescolamento parziale delle acque, che ha avuto scarse conseguenze in termini di variazione di temperatura, ma ha provocato un aumento del contenuto di ossigeno negli strati profondi. A fine febbraio 2018, alcuni giorni di freddo intenso e forte vento da nord, hanno creato un gradiente termico di oltre 2 gradi centigradi tra le acque vicine a riva (dati della sonda fissa posizionata tra Punta Lido e la spiaggia dei Sabbioni) e le acque a centro lago (campionamento del 13 marzo 2018), provocando probabilmente l’infiltrazione di un torrente d’acqua più fredda sul fondo del lago da nord vero sud, portando quindi ad una riossigenazione degli strati profondi a partire dal basso. Il contenuto di ossigeno a 270 metri è passato da 6.1 milligrammi/litro del campionamento dell’8 novembre 2017 a 9,1 di quello del 13 marzo 2018». «Quanto detto - osserva Tonina - conferma la possibile presenza di processi di rimescolamento alternativi o accessori al modello classico (l’ultimo dei quali è stato registrato nell’inverno 2006), innescati dai recenti cambiamenti climatici, e rassicura circa il buon contenuto di ossigeno negli strati profondi del lago».
Cala invece il «contenuto medio in fosforo»: «Nel periodo analizzato, dal 1997 al 2019 - fa sapere ancora il vicepresidente della giunta provinciale - fino al 2003 il contenuto medio della colonna si attestava attorno ai 18-19 milligrammi per litro». Infine i valori della trasparenza che, conclude Tonina, «non hanno mostrato negli anni modifiche significative e rimangono stabili attorno al valore medio annuo di 10 metri, calcolato sui 12 campionamenti». - FOTO DAVIDE PIVETTI