Rifugi, attesa per protocolli anti-covid ad hoc Al momento Ok ma con le regole dei ristoranti Intanto la Sat è pronta a sistemare i sentieri
Dai rifugi ai sentieri. il mondo della montagna in Trentino è in fermento: scalpita in attesa di capire come e quando la vita in quota potrà riprendere appieno.
Un primo passo, importante, è arrivato mercoledì con l'entrata in vigore della delibera della Provincia che dà il via libera all'attività di ristorazione anche ai rifugi. La Provincia ha inserito anche le strutture in quota nell'elenco di strutture per cui già da lunedì era scattato il via libera. Una buona notizia per le strutture di media montagna, ma ancora soltanto un primo segnale per i rifugi in quota. La delibera infatti non ha fatto altre che estendere ai rifugi il protocollo valido per i ristoranti. Con distanze e tutta una serie di misure che possono andare bene per realtà che possono vantare su ampi spazi esterni, grandi metrature e facilità di accesso ma che sono improponibili per le strutture di alta montagna.
È comunque un primo segnale. In attesa che ne arrivino altri. A breve: dopo che ieri sera sono state rese note le linee guida per il settore alberghiero, nei prossimi giorni anche i rifugisti dovrebbero dunque capire qualcosa di più sul come potranno e dovranno gestire la partita - fondamentale - dei pernottamenti.
Nel frattempo, la Sat sta attendendo che la Provincia dia il via libera all'attività di manutenzione dei sentieri: la questione è delicata, dato che si tratta di interventi che sono affidati a volontari e si attende dunque una "copertura" formale per il via libera. Si tratta di un'attività che non è, infatti, ascrivibile né ai cantieri né ai lavori forestali, attività che hanno entrambe, già da tempo, ricevuto il via libera. Una questione burocratica, ma che va affrontata prima che i satini possano mettersi al lavoro in piena sicurezza e nel pieno rispetto delle regole: una risposta dovrebbe arrivare a breve. Intanto è arrivato un invito alla prudenza rivolto agli escursionisti: «Attenzione: in questo momento sui sentieri le manutenzioni non sono ancora iniziate, pertanto in alcune zone sono ancora in essere tutti i problemi di percorribilità causati a suo tempo dalla tempesta Vaia».
Sempre la Sat, nel frattempo, ha voluto mandare un messaggio a tutti i propri soci e, più in generale, a tutti i frequentatori della montagna, che già da un paio di settimane è tornata ad essere presa d'assalto dai tantissimi appassionati.
Richiamando tutti ad un comportamento responsabile anche nei boschi, sui prati e lungo i sentieri.
«Le escursioni in montagna sono iniziate ma, come molti di noi hanno potuto verificare, almeno la metà delle persone incontrate, non sta rispettando le prescrizioni da attuare in cambio di questa "libertà ", piccole, ma importanti azioni fondamentali per non accendere nuovi focolai di contagio», ha precisato in una nota la Commissione medica della Sat, guidata da Antonella Bergamo.
«Le regole - prosegue la nota - le impone il virus, non certo i politici, i medici, o la Sat, la quale sente il dovere responsabilizzare sia i soci, che tutti gli escursionisti, nei confronti del pericolo di una sottovalutazione di questa fase di contenimento controllato dell'infezione virale.
Mantenere le distanze di due metri quando ci si ferma a parlare, anche più di due metri se c'è vento, non è una cosa difficile, così come tenere a portata di mano la mascherina se le distanze si riducono non è cosa difficile e non ha nulla di ridicolo.
Il problema non va sottovalutato, come non serve una eccessiva ansia con relativa iper protezione.
Cerchiamo semplicemente di fare ciò che è giusto fare, con senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, fino a quando la situazione non sarà più chiara, perché per ora non lo è affatto.
Quindi per non avere conseguenze che non possiamo prevedere si raccomandano: il distanziamento e la mascherina, soprattutto se si è troppo vicini e impossibilitati a distanziarsi.
La mascherina in particolare va tenuta in una posizione comoda ad essere prontamente indossata (sul polso, in mano, o magari consigliamo anche di legarla con un piccolo moschettone allo zaino, perché non vada persa)».
La Sat raccomanda poi anche di non lasciarsi andare a comportamenti poco civili per quel che riguarda l'inquinamento: «Coloro che hanno avuto occasione di muoversi avranno notato che ce sono già molte in giro abbandonate sui sentieri, vorremmo pensare che siano state "perse", piuttosto che gettate, ma l'effetto non cambia ed è pessimo».
[nella foto, il rifugio Rosetta, nel cuore delle Pale di San martino]