Un orso a spasso sulle pista da fondo delle Viote del Bondone
Tracce di sangue della selvaggina predata, il plantigrado vive nella piana e ha lasciato impronte anche in Cima Verde
TRENTO. Tra i binari delle piste da fondo delle Viote, ancora abbastanza frequentati dagli appassionati in questo scorcio di inverno prolungato, sono comparse domenica scorsa alcune tracce inequivocabili: troppo grandi per essere quelle di un cane e con una forma che lasciava pochi dubbi al proposito. Un esemplare di orso era infatti andato a farsi un giretto proprio nella conca delle Viote, lasciando diverse file di impronte nella neve.
Gli sportivi si sono passati le informazioni tra di loro, senza particolare preoccupazione, ma con la sana consapevolezza che si tratta di un ambiente naturale ben protetto, e quindi il posto giusto per ospitare diverse specie animali.
«É il momento giusto - dice Vittorio Franzoi, esperto fondista - perché l'orso vada nel bosco per procurarsi le faggiole, i semi del faggio, che adesso in primavera finalmente ritornano disponibili perché la neve, sciogliendosi, lascia libera la base degli alberi».
Le faggiole, con il loro contenuto di olio, sono un cibo nutriente. Franzoi è tra quelli che hanno visto le file di orme, a volte bene in fila, altre volte come se il plantigrado si fosse un po' soffermato a guardarsi intorno, raggiungendo zone in cui la neve se ne era già andata.Ad aprile, è dunque il momento del risveglio dopo il letargo invernale, ma più che obbedire ad un orologio prestabilito, il risveglio dipende un po' dal carattere degli animali: ci sono orsi più dormiglioni ed altri invece con il sonno leggero. Tanto che, riferiscono alcuni scialpinisti, anche in pieno inverno si sono visti passaggi sulla Cima Verde.
Le tracce comprendono orme ben delineate, e anche neve e terra smosse, forse dall'animale alla ricerca di cibo. Non ci sono stati avvistamenti, anche perché in genere gli orsi rifuggono la confusione, e si muovono all'alba o al tramonto, o anche di notte, nelle ore in cui la presenza umana in alta montagna è estremamente rara. Comunque, i diversi avvistamenti sono costantemente riferiti al Servizio Faunistico della Provincia che tiene monitorata la situazione. Non si può parlare però di un "orso delle Viote", perché tutto il sistema delle catene delle montagne è collegato, e i plantigradi si muovono tra Bondone, Stivo, Paganella e Monte Gazza, all'interno di un vasto areale e completando decine di chilometri al giorno, spostandosi alla ricerca del cibo nei boschi.
Le reazioni dei fondisti, alla notizia della presenza dell'orso in zona, sono state tra le più varie, da chi per il timore di un improbabile faccia a faccia, ha deciso di fare sport in compagnia a chi era molto emozionato e quasi felice, a chi invece ha inserito l'informazione come un elemento in più da tenere presente nell'affrontare l'ambiente naturale.