La Sat sceglie il nuovo consiglio: Facchini in pole position, ma c’è anche malessere interno
Martedì 27 si chiudono le votazioni per i 19 membri del vertice, che poi dovrà scegliere presidente e vice: in apparenza tutto scontato, ma i nodi Translagorai e sponsorsono ancora sul tappeto
TRENTO. Qualcosa bolle, nella pentola della Sat. Ma, anche se in quota l'acqua inizia a farsi vivace più in fretta, non è detto che si arrivi a un cambio della chef de cuisine.Tra pochi giorni, martedì 27 aprile, l'assemblea dei delegati chiamata a nominare i nuovi vertici potrebbe dunque non portare stravolgimenti, con la presidente uscente Anna Facchini - da cui è già arrivata la disponibilità a rinnovare il proprio impegno - che al momento non pare destinata a doversela vedere con altre cordate.
I malumori, in seno alla base sociale, non mancano: dalle partnership che per la prima volta in un secolo e mezzo di storia (il 150° sarà festeggiato nel 2022) hanno visto Sat stringere accordi con aziende private, fino al nodo Translagorai, i passaggi critici in questo difficile triennio non sono mancati.
Al momento però, anche da parte delle frange satine più critiche verso l'attuale dirigenza, sembra emergere più l'intenzione di scegliere la continuità. In queste settimane, neppure sottotraccia si è avuto sentore di un'attività finalizzata a trovare una candidatura alternativa.
Attenzione: per statuto non è la base - e non dunque i delegati - a scegliere direttamente le figure di presidente e dei suoi vice. Il voto di venerdì prossimo servirà a comporre il Consiglio centrale, con i 19 eletti che sceglieranno poi, al loro interno, i vertici del glorioso sodalizio.
Il fatto che ora le carte appaiano coperte non deve stupire e le sorprese - come era accaduto proprio nel caso di Facchini nel 2018 - potrebbero spuntare improvvise dal 28 aprile in poi.
Un dato è però certo, finora: tutti, anche i meno soddisfatti del lavoro dell'ultimo triennio, descrivono un quadro privo di slanci in avanti.
Tra i tanti motivi, due potrebbero essere quelli preponderanti. In primis la consapevolezza che tutto sommato - a detta anche dei meno entusiasti - Anna Facchini con i vice Elena Guella e Roberto Bertoldi (che non si ripresenterà) hanno fatto bene, tamponando la possibile emorragia di tessere legata alla pandemia (il 2020 si è chiuso con -2.000 soci, quando a marzo il passivo era di 7.000) e aprendo la Sat ai giovani, adeguando i propri linguaggi (ad esempio sui social) alla contemporaneità.
Ma soprattutto la consapevolezza che anche riguardo ai due possibili vulnus, il margine di manovra per cambiare rotta sarebbe ridotto: la via del coinvolgimento di realtà private sarà sempre più obbligata, bilanci alla mano.
E sulla Translagorai - per bocca di Maria Carla Failo, che in sede di candidatura è stata tra coloro che si è espressa più duramente verso i vertici attuali - «la scelta di essere coinvolti, nella legislatura precedente all'attuale, non credo sia da condannare. Era stata fatta, da parte di Sat, per vigilare e dire la nostra. Ben sapendo però che non abbiamo potere decisionale. Meglio esserci e far sentire la nostra voce, che starne fuori. Ma questo nostro ruolo, per forza di cose marginale, da molti è stato frainteso e mal interpretato e ha portato a critiche immeritate verso la Sat».
Le votazioni, telematiche, con le preferenze dei delegati affidate a un notaio, sono già in corso e si chiuderanno tra qualche giorno. In attesa, martedì prossimo, dei verdetti.