Ecco come si cacciano i «gamberi killer» della Louisiana nel lago di Lagolo (ma riusciremo a debellarli?)
In pieno svolgimento la «pesca» di questo crostaceo parassita: 120 nasse nell’acqua del canneto, poi la catalogazione degli esemplari da eliminare, misurati e censiti uno per uno. Brutte notizie: ci sono anche in altri laghi, e i loro "cugini americani" stanno colonizzando Canzolino, Madrano, Levico e Caldonazzo
MADRUZZO. Caccia grossa, o meglio pesca grossa, nel lago di Lagolo, alle pendici del Monte Bondone nel comune di Madruzzo: in pieno svolgimento la campagna 2021 di contenimento del gambero rosso della Louisiana (nome scientifico: Procambarus clarkii). E ieri siamo andati a vedere come sta andando il tentativo di «ridurne» la popolazione, se non proprio di eliminarla (foto e video di Daniele PANATO).
Dato che questo crostaceo alieno sta decimando la fauna autoctona. Non solo si mangia girini e uova dei pesci, ma sta provocando la scomparsa totale dei gamberi «nostrani» (nome scientifico: Austropotamobius pallipes). Decimati tramite la terribile contaminazione di un fungo – detto «peste dei gamberi» – del quale il Clarkii è portatore sano.
L’attività è svolta dall’Associazione Sportiva Pescatori Dilettanti Basso Sarca, supportata dal Comune di Madruzzo e dal Parco Fluviale Sarca, con coordinamento scientifico della dottoressa Maria Cristina Bruno della Fondazione Edmund Mach, incaricata dalla PAT per le attività di implementazione del piano di gestione del gambero di fiume in Trentino.
Se i pescatori posizionano le nasse, e poi in barca vanno a ritirarle portando a riva i gamberi catturati, è lei, con le sue collaboratrici, a svolgere il delicato lavoro di censimento e studio. Ogni gambero (e si calcola di catturarne centinaia) viene valutato (sesso, stato di fertilità, condizioni), misurato, pesato e registrato. Poi la tesiste storia: gli esemplari catturati verranno smaltiti:» prima surgelati, poi trattati come «rifiuto speciale».
Una brutta notizia: il problema non riguarda solo Lagolo: «Questa specie è già presente in altri corsi d’acqua: nel lago di Terlago, ma anche nella Fossa di Caldaro» spiega la dottoressa Bruno.
Non solo: oltre al gambero della Louisiana, c’è anche il temibile «gambero americano» (nome scientifico Orconectes limosus), che a sua volta è portatore della peste tramite il fungo Aphanomyces astaci. «Il gambero americano è presente nei laghi di Canzolino e Madrano, ma purtroppo le spore del fungo mortale sono state rinvenute fino a Caldonazzo e Levico. E’ un’altra minaccia per il gambero nostrano» spiega Bruno.
A Lagolo, dopo la prima segnalazione del 2014, ad opera dei guardiapesca dell’Associazione Pescatori, un monitoraggio dettagliato svolto dalla FEM nel 2018 per calcolare la stima della densità della popolazione di gambero della Louisiana, ha indicato l’immediata necessità di mettere in atto azioni di contenimento di questa dannosa specie invasiva. Il gambero rosso della Louisiana è infatti considerato una delle cento peggiori specie invasive in Europa ed è elencato nella Lista delle 49 specie esotiche di rilevanza comunitaria per le quali il Regolamento (UE) n.1143/2014 del Parlamento europeo impone alle Regioni e Province Autonome l’obbligo di immediata segnalazione, di controllo o eradicazione oltre all’adozione di un piano d’azione per prevenire il rischio di ulteriori introduzioni.
Le attività di controllo di Clarkii al lago di Lagolo sono iniziate nell’ottobre 2020 con una prima campagna di 10 giorni ad opera della Fondazione Mach, che ha permesso di rimuovere 368 gamberi, mediante l’impiego di 50 nasse.
Nel 2021, grazie alla sinergia tra e Associazione Pescatori e Fondazione Mach, e grazie al finanziamento ad hoc da parte del Parco Fluviale Sarca e del Comune di Madruzzo, verrà incrementato lo sforzo di cattura, utilizzando 120 nasse poste in opera nel periodo di elevata attività del gambero della Louisiana, massimizzando così l’efficacia di cattura.
«Si è creata un’ottima sinergia con il Parco Fluviale del Sarca e il Bim – spiega Michele Bortoli, sindaco di Madruzzo – e così abbiamo potuto finanziare il rigetto con la Fem. La speranza è di mettere sotto controllo la presenza nel lago, se non eliminarla completamente».
Ce la faranno a debellare il Clarkii? «Avevamo avviato una campagna già in primavera, ma non ha dato molte catture, perché le acque erano ancora fredde – ci spiega Federico Scienza, segretario dell’Associazione Pescatori – e quindi la riproponiamo adesso a fine estate. Vediamo che risultati ci darà, ma sarebbe opportuno ripetere la cattura più avanti, a ottobre: ci permetterebbe di analizzare il comportamento della specie, cioé verificare se le catture di questi giorni hanno effettivamente ridotto la popolazione presente».
Perché «gambero killer»? Questo crostaceo venne importato in Italia a scopo alimentare, ma per diverse ragioni il suo allevamento fu abbandonato; dagli allevamenti però è fuoriuscito nei corsi d’acqua. I gamberi americani, aggressivi e molto prolifici, in pochi anni sono così riusciti a colonizzare le nostre acque interne, con esiti nefasti per gli ecosistemi. La nome di «killer’» sarebbe dovuto al loro impatto distruttivo sugli altri animali e sulla biodiversità, aggravato dal fatto che questi crostacei sono portatori sani della «peste del gambero».
Il gambero della Louisiana, che può raggiungere i venti centimetri di lunghezza, si riconosce per il colore rosso scuro, per il carapace ruvido e per la presenza di una spina alla base delle chele.
E’ abilissimo nella vita in acqua, dalla quale può anche uscire e allontanarsi per decine di metri. Il suo ciclo riproduttivo è semplice, veloce e molto efficace. In condizioni ideali può riprodursi fino a tre volte all’anno, per un totale di circa 600 uova, mentre il gambero di fiume autoctono non supera le 60-80 uova.
E’ poi un animale che mangia di tutto, anche resti di animali morti. Inoltre è molto aggressivo e spavaldo, e sopravvive a (quasi) tutto: dal cambio di temperatura a quello di salinità o acidità dell’acqua. Infine, come le lucertole, ha la capacità di vivere anche se perde le chele, le quali ricrescono in poco tempo. Insomma: un vero killer: dove si insedia, ad esempio, spariscono quasi completamente rospi e rane.
C’è poi, come detto, il problema del fungo parassita: mortale per le altre specie di gamberi.