Cemento sulla ferrata Bepi Zac, la Sat centrale: «Riconosciamo l’invasività, ma prima di tutto c’è un problema di sicurezza»
Un comunicato del sodalizio ricorda di aver segnalato al Comune il problema delle rocce instabili nel 2019: «ma ora è urgente dare avvio ad una riflessione sulle prospettive e sul senso della manutenzione dei sentieri attrezzati e delle ferrate»
MOENA. Era molto attesa, la voce della Sat Centrale, nella vicenda della ferrata Bepi Zac, oggetto di un aspro dibattito dopo la realizzazione di enormi plinti di cemento per «mettere in sicurezza» alcune rocce pericolanti.
Le informazioni riguardanti la famosa “Alta via Bepi Zac” hanno suscitato polemiche, prese di posizione e giudizi a volte superficiali, che hanno coinvolto anche la Sat (che esegirà solo la manutenzione dei cordini, non la sistemazione che è a carico del Comune di Moena). Ora la Presidenza Sat si affida a un comunicato ufficiale.
«Il problema è riconducibile ai lavori eseguiti sulle creste di Costabella nella zona di Passo San Pellegrino, zona di grande valore storico, molto frequentata da escursionisti e amanti delle vie attrezzate. La Sat ritiene ora necessario dare una corretta informazione.
Con delibera del consiglio centrale del 20 giugno del 2019, la Sat ha preso atto che le rocce su cui corre il sentiero attrezzato Bepi Zac erano in più punti pericolanti, con grave rischio per la incolumità dei frequentatori. Non disponendo della necessaria veste giuridica per intervenire direttamente in situazioni straordinarie quale quella in oggetto, la SAT si è fatta portavoce presso il Comune di Moena, soggetto istituzionale responsabile, della necessità di chiudere il tracciato e intervenire per mettere in sicurezza il percorso.
Il Comune ha quindi provveduto, secondo le sue competenze, ad affidare a un professionista il complesso progetto di messa in sicurezza, in merito al quale la Sat avrebbe potuto esprimere solamente un proprio parere consultivo, relativamente al quale all’associazione non è pervenuta alcuna richiesta formale.
D’altronde, pur riconoscendo l’invasività di interventi quale quello in oggetto, diventa difficile prendere posizione su progetti che hanno come prima finalità la pubblica sicurezza, a maggior ragione quando la responsabilità è in capo al soggetto promotore dell’intervento che non dubitiamo abbia agito ponendo questa priorità innanzi al resto.
Alla luce di quanto accaduto, tuttavia, nonché delle sempre più frequenti richieste di interventi straordinari per consentire la percorrenza di vie attrezzate artificialmente in un ambiente fragile e sempre più instabile come quello montano, la Sat ritiene urgente dare avvio ad una riflessione sulle prospettive e sul senso della manutenzione dei sentieri attrezzati e delle ferrate in alta montagna. Lo farà nel suo ruolo di associazione privata, alla quale una legge dello Stato del 1963 e poi una legge provinciale del 1993 affida la tutela dei valori della conservazione della natura alpina ed insieme della promozione della frequentazione della montagna».