Cinquant’anni fa la tragedia della Marzola: moriva con l’aereo l’ingegner Rodolfo Benini
Un personaggio che fece la storia: pioniere del volo alpino, promotore dell’aeroporto di Mattarello, presidente degli Industriali, alpinista e vicepresidente Sat, pochi mesi prima della scomparsa aveva dedicato al padre un tratto del sentiero delle Bocchette
TRENTO. Una lapide sulla strada che dal Cimirlo porta al rifugio Maranza, nelle scorse settimane ripulita dalla Sat di Povo, ricorda l’incidente aereo in cui, esattamente cinquant’anni fa, perdeva la vita l’Ing. Rodolfo Benini: era il 17 ottobre 1971 quando l’aeroplano da turismo che stava pilotando di schiantava contro la Marzola.
Benini stava trainando in volo due alianti, con uno Stinson L5 dell'Aeroclub: decollato da Mattarello, fu probabilmente vittima di un malore, dato che vi erano eccellenti condizioni meteo e nessun problema di volo.
Fu una tragedia che colpì tutto il Trentino, allora, perché Rodolfo Benini era un personaggio in tutti i sensi. Imprenditore (aveva una ditta di lavori stradali), era stimatissimo come professionista, ma anche come sportivo appassionato, oltre che pioniere del volo, animatore entusiasta dell’Aero Club Trento (di cui era stato presidente per più di otto anni) e promotore della realizzazione dell’aeroporto di Mattarello.
Non solo: aveva promosso la crescita del volo a vela. Ma era anche pioniere del volo in montagna, con numerosi atterraggi e decolli con l’aereo – dotato di speciali pattini - sui ghiacciai dell’arco alpino.
Nato a Trento nel 1929, era stato presidente dell’Associazione industriali, ed al momento del tragico evento, era presidente dell’Azienda turismo di Trento e vice presidente della Sat.
Poco prima della sua scomparsa aveva individuato, tracciato e attrezzato il nuovo sentiero delle Bocchette sul Brenta, e l’aveva dedicato a suo padre Alfredo Benini.
Della tragedia (lasciò la moglie con quattro figli piccoli) molti non si ricordano più. Ma della figura dell’ingegner Benini rimane una traccia indelebile nella storia della nostra terra.