Ragazza uccisa da branco di cani, indagato il pastore proprietario di un gregge in zona
La giovane ventenne si trovava in un'area picnic è stata aggredita mentre cercava di raggiungere l'automobile con un amico, per fuggire dopo aver trovato rifugio in una chiesetta, ma il gruppo co posto di maremmani e meticci l'ha nuovamente accerchiata
ROMA. Una ragazza di vent'anni è morta dopo essere stata aggredita da un branco di cani nella zona delle Serre Catanzaresi, in Calabria, il 26 agosto scorso.
Simona Cavallaro, di 20 anni, di Soverato, era in gita assieme a un amico nelle vicinanze di un'area picnic in località Monte Fiorino nel territorio del comune di Satriano.
La giovane è stata attaccata dal branco alle spalle e alle gambe: lo ha stabilito l'autopsia, durata 5 ore, eseguita dal medico legale, alla presenza dei periti nominati dalla famiglia della ragazza e dell'indagato, un pastore di 44 anni, proprietario del gregge che i cani, tra maremmani e meticci, forse stavano custodendo.
La ragazza, probabilmente stava cercando di fuggire ed ha anche tentato di difendersi: sotto le sue unghie sono stati trovati peli di cane. Starà ora a un team di esperti stabilire a quali tra i 12 cani catturati appartengano i peli prelevati.
Tra gli animali catturati solo uno aveva impiantato il microchip che consente di risalire al proprietario.
Nelle ultime ore sono stati effettuati prelievi dal pelo degli animali, alcuni dei quali avevano il capo sporco di sangue.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, in un primo momento i due ragazzi si sarebbero rifugiati in una chiesetta in legno che si trova nell'area picnic. Solo in un secondo momento Simona, forse pensando che gli animali fossero andati via, ha cercato di raggiungere l'auto, ma è stata assalita dal branco.
Poco dopo è stato individuato dai carabinieri, il proprietario del gregge a guardia del quale si trovavano i cani che ieri hanno aggredito e ucciso Simona.
I carabinieri della Compagnia di Soverato e del Nucleo investigativo di Catanzaro stanno adesso cercando di individuare i cani, tutti pastori maremmani, per verificare se possiedano il chip che permette di risalire al proprietario.
Gli animali sono stati definiti "molto aggressivi" dagli investigatori.
Tant'è che i carabinieri ed i vigili urbani intervenuti sul posto dopo essere avvertiti da un amico della vittima, sono stati aggrediti a loro volta e sono stati costretti a sparare colpi di pistola in aria per farli allontanare.