Stagione dello sci, dopo gli entusiasmi, ora le nuove preoccupazioni
Poche settimane al via, ma manca ancora il protocollo nazionale, c’è da gestire il controllo green pass, arriva l’assicurazione obbligatoria e soprattutto manca personale specializzato
TRENTO. Mancano un paio di settimane all'avvio della stagione invernale in Trentino. Dopo il traumatico inverno 2020-21, caratterizzato da continui ed estenuanti rinvii sull'inizio della stagione dello sci che si risolse in un beffardo nulla di fatto, proprio in una stagione ricca di neve, la voglia di sciare quest'anno è tanta. Lo conferma Valeria Ghezzi, presidente nazionale di Anef, l'Associazione degli esercenti funiviari, reduce dalla principale fiera del settore, la Skipass di Modena.
Eppure le incognite non mancano, tranne che per il Presena dove da ieri si scia. Non è ancora pronto il protocollo del governo sulle riaperture in sicurezza: è atteso per la prossima settimana. I costi dell'energia sono più che triplicati e incideranno sia sull'esercizio degli impianti che - soprattutto - sull'eventuale produzione di neve programmata. Molti lavoratori specializzati e macchinisti degli impianti, nell'anno passato lavorativamente in bianco hanno cambiato settore, attratti soprattutto dall'edilizia spinta dal Superbonus 110%. E si tratta di figure molto formate, difficili da rimpiazzare.
C'è poi l'incertezza legata al Covid, ai contagi che nella stagione fredda sistematicamente aumentano, favoriti da una vaccinazione non uniforme e dalle conseguenti difficoltà per il turismo internazionale, anche quello della neve. Non preoccupa più di tanto, invece, l'assicurazione obbligatoria per chi scia, prevista dal primo gennaio 2022. Spiega infatti Valeria Ghezzi: «In Trentino siamo tranquilli. Già da anni abbiamo delle polizze che erano facoltative.
Ora diventano obbligatorie. Costano dai 2 ai 3 euro al giorno e vengono inserite nel costo dello skipass. Quello che è cambiato - aggiunge - è che con l'introduzione dell'obbligo sono molte di più le compagnie che le propongono. Io consiglio comunque una Rc per famiglie, che copre diverse casistiche». L'assicurazione per gli sciatori sarà come quella per gli automobilisti: agli impiantisti non spetta l'onere del controllo, a carico delle forze dell'ordine.
Da rilevare che i famosi sostegni agli impiantisti non sono ancora arrivati. Si attendono le prossime settimane ma gli operatori si dicono ottimisti: «Sembra che manchi solo qualche dettaglio burocratico». Perdere un'altra stagione invernale per le economie di montagna sarebbe fatale, osservano molti addetti del settore. «Con il governo Draghi - osserva Valeria Ghezzi - l'attenzione per il nostro settore, che il precedente governo Conte II aveva colpevolmente sottostimato e trascurato, è radicalmente cambiata, per fortuna». Ma come sarà la prossima stagione sciistica della ripartenza? Non sarà previsto il numero chiuso sulle piste.
La proposta degli impiantisti a Comitato tecnico scientifico del Ministero della salute e in Conferenza delle Regioni è stata di prevedere il 100% della capienza per impianti aperti come seggiovie e skilift e l'80% per quelli chiusi, come le cabinovie e le funivie, che vanno arieggiate e utilizzate solo indossando la mascherina. Naturalmente dietro esibizione del green pass.
E qui sta il nodo più delicato. Gli esercenti degli impianti a fune auspicano che non sia previsto un controllo preventivo ad ogni risalita. Si creerebbero assembramenti e code. «Le società impiantistiche sono grandi e piccole. Abbiamo chiesto che non vengano previste regole poi inapplicabili» rivela la presidente Ghezzi.
I controlli dei green pass avverranno in modo sia manuale che digitale. Il comprensorio sciistico di Campiglio si è già organizzato con dieci dipendenti che saranno addetti, dall'apertura stagionale prevista il 20 novembre, esclusivamente al controllo sistematico degli skipass alla partenza delle telecabine. «Ma l'obiettivo per il corso della stagione - spiega il direttore delle Funivie Campiglio Bruno Felicetti - è di poter sfruttare un sistema digitale che colleghi lo skipass comprato online al green pass posseduto, con un codice, e ci siano poi dei controlli a campione». Siegfried Pichler, presidente della società Obereggen Latemar, a cavallo tra Alto Adige e Predazzo è in attesa: «Aspettiamo il protocollo per capire che tipo di controllo effettuare. Auspichiamo un controllo alla vendita dello skipass e poi in controlli a campione. Non potendo sapere, per motivi di privacy, la scadenza del green pass, anche gli abbonati stagionali devono registrarsi per ogni singola giornata di sci».