La baracca abusiva di Cei e le altre venti baite fuori regola di Cimana, l’ex sindaco: «Vanno abbattute, sono completamente fuori legge»
Mariano Giordani commenta la sentenza della scorsa settimana: «Ora il sindaco di Villa Lagarina non può più fare finta di niente, come fecero Manica e Baroni: non ci sono più appigli per quella occupazione illegale di terreni dell’Asuc»
SENTENZA Dopo 55 anni l'ordine: abbattete quella baracca a Cei
VILLA LAGARINA. Non solo la casupola nei pressi del lago di Cei. L'amministrazione comunale di Villa Lagarina potrebbe dover affrontare a breve altri iter di abbattimenti di edifici abusivi. Lo ricorda l'ex sindaco Mariano Giordani.
«La sentenza del Tar andata in ultimo appello dopo 55 anni, richiamata da Nicola Guarnieri su l'Adige - scrive -, che nel merito prevede la demolizione di una costruzione nei pressi del lago di Cei, costituisce un precedente importantissimo in materia di uso civico. Per il Tar "l'impossibilità sul piano giuridico di consentire edificazioni di strutture immobiliari da parte di privati su terreni appartenenti al demanio civico comporta che qualora tali manufatti vengano realizzati questi siano abusivi per antonomasia e legittimamente assoggettabili al regime della demolizione".
Ora, se l'amministrazione comunale di Villa Lagarina con questa decisione si sente confortata avendo essa prevista la rimozione di un immobile incongruente con la fascia di tutela del lago di Cei, per altro verso si vede ora costretta con le spalle al muro in merito ad altri venti abusi edilizi presenti in località Cimana realizzati nei primi anni Settanta su terreni di uso civico della frazione di Pedersano».
«Agli inizi degli anni novanta - ricorda Giordani - l'Asuc di Pedersano e l'amministrazione comunale pensando di "sanare" gli abusi concedevano ai titolari dei fabbricati un diritto di superficie "perpetuo", figura giuridica inesistente nel codice civile tradotta poi tavolarmente come diritto di superficie a tempo indeterminato, ovviamente in violazione della legge sugli Usi Civici che prevede per il diritto di superficie il termine di nove anni. Considerato che l'atto di costituzione del diritto di superficie è dell'inizio febbraio 1992, si può affermare in tutta sicurezza che è scaduto nel febbraio 2002.
All'epoca ero sindaco di Villa Lagarina e per trovare una soluzione facevo approvare dal Consiglio Comunale un progetto di riqualificazione ambientale a fini turistici dove si prevedeva anche la sanatoria di alcune di quelle costruzioni abusive. Il Piano d'area veniva approvato dalla Provincia nel 2005, quando era sindaco Alessio Manica».
Ma la partita era ben lungi dall'essere conclusa. E infatti in quel momento «accade l'imprevisto: l'Asuc di Pedersano dichiara di non essere disponibile a vendere il sedime delle costruzioni libero dal diritto di uso civico. A questo punto il Piano d'area di sanatoria si rivela inutile e inattuabile. Questa inaspettata situazione avrebbe dovuto spingere il sindaco Alessio Manica ad ordinare la rimozione di tutti i fabbricati, abusivi sia dal punto di vista edilizio che giuridico. Diversamente invece si è preferito ignorare il problema, complice anche il colpevole silenzio dell'Asuc di Pedersano.
Analogo atteggiamento di indifferenza è stato adottato dalla sindaca Romina Baroni e così i titolari delle casette hanno continuato ad occupare un terreno di demanio senza alcun diritto e non versando nemmeno un centesimo per l'occupazione. Ora la sindaca Julka Giordani si trova nella scomoda situazione di una sentenza del Tar che non può ignorare e che prevede la demolizione delle costruzioni realizzate su terreno di uso civico equiparato al demanio quali sono appunto quelle di Cimana. Un'ultima considerazione - conclude Giordani -: nell'ipotesi della baita di Cei, il terreno liberato dalla costruzione abusiva non va restituito al Comune di Villa Lagarina ma al Comune di Nogaredo, essendo qui l'uso civico della frazione di Sasso».