Il clima che cambia: sul ghiacciaio delle Lobbie fioriscono le orchidee (e non è una buona notizia)
La scoperta dei ricercatori del Museo Civico di Rovereto, che sono preoccupati: «Le specie vegetali salgono di quota senza tregua, un metro all’anno, è colpa del riscaldamento globale»
ROVERETO. Tutto pensavano di trovare, fuorché un'orchidea: i botanici della fondazione Museo civico di Rovereto, Alessio Bertolli e Giulia Tomasi, durante un controllo di routine poco sotto la cima della Lobbia Alta, all'interno del Parco Adamello Brenta, su in quota a ben 3.150 metri di altitudine, sono rimasti davvero sorpresi nel rilevare ben due gruppi di orchidea selvatica Coeloglossum viride.
«Si tratta di una pianta affascinante complessa - spiega Bertolli - ma il trovarla così in alto non è una bella notizia perché è la prova concreta che il cambiamento climatico sta colpendo duro, cambiando i nostri paesaggi e alterando il mondo come lo conosciamo».
Ufficialmente, l'orchidea della Lobbia è in questo momento un fiore record, perché è quella che cresce più in alto in Europa. E non è la sola: nella stessa area sono state trovate anche altre specie botaniche speciali, come un alberello di larice alto 35 centimetri, un vero alpinista estremo.
«Ci siamo concentrati su questa zona - racconta Bertolli, vicedirettore della Fondazione Museo Civico e curatore dell'orto botanico di Brentonico - per un motivo preciso: ancora nel 1935 il botanico Arietti aveva selezionato questa parte di alta montagna e aveva identificato 17 specie diverse. Quindi nel 1991 il botanico Filippo Prosser con il supporto del comitato scientifico della Sat aveva rilevato 36 specie; orbene, nel 2006 ne abbiamo trovate 45 e l'estate scorsa, nello stesso spazio, sono state identificate addirittura 51 specie botaniche. In meno di un secolo, una zona di alta montagna, una volta conquistata da poche piante pioniere si è trasformata in una zona inerbata. E poiché non si può parlare di influssi mitiganti, come accade sulle Alpi marittime, né di resti di glaciazioni, l'aumento delle specie è collegato al cambiamento climatico».
«Dalle ricerche in atto - precisa Bertolli - emerge che le specie botaniche "corrono " verso l'alto ad una velocità impressionante, ben un metro all'anno, e che questa tendenza è in costante crescita».
Lo sanno bene i vignaioli tedeschi che piantano le loro selezioni sempre più in quota, o la comparsa dei primi uliveti in Alto Adige, ma in questo caso, in un ambiente completamente naturale, l'anomalia si fa ancora più evidente. «Le orchidee - riprende il botanico - hanno bisogno di un terreno evoluto, perché le loro radici sono in simbiosi con i funghi. Inoltre necessitano di una stagione vegetativa ampliata: insomma, ci si può aspettare che tra una cinquantina d'anni, l'aspetto delle nostre montagne sarà totalmente diverso».
Purtroppo, cambiamenti così repentini hanno effetti difficilmente prevedibili: il rischio che altre tempeste come Vaia possano nuovamente abbattersi sulle Alpi non è da escludere, mentre la vita si fa dura per quegli animali che hanno sviluppato adattamenti specifici al freddo e agli ambienti estremi.