Area protetta nel Parco Pale di San Martino: ok allo scavo per una pista da downhill, nel sito prezioso per flora e fauna rare e tutelate
Scavatori, ruspe e motoseghe in azione, dentro il Parco Naturale (che approva): percorso di 4 chilometri e mezzo, largo oltre 4 metri, con volumi di sbancamento da 954,98 metri cubi. E la Provincia benedice
SAN MARTINO DI CASTROZZA. Portare i bikers in quota è diventato uno dei business più promettenti, per il turismo trentino, su cui negli ultimi anni si stanno buttando tante località, dalla Val di Fassa alla Paganella, dalla val Rendena alla Val di Fiemme, spesso tramite le società impiantistiche che hanno tutto l’interesse a far coincidere i tracciati con zone servite dai loro impianti. Comprensibile, quando si tratta di far tornare i conti.
L’ultima novità, in fatto di tracciati per mountain bike, arriva dal comune di Primiero San Martino di Castrozza, dove le Funivie Seggiovie San Martino srl sono riuscite a ottenere dal Servizio sviluppo sostenibile e aree protette una valutazione di incidenza ambientale positiva per realizzare una nuova pista da mtb lunga 4,5 chilometri.
Dove? All’interno della Zona speciale di conservazione «Lagorai orientale - Cima Bocche», nel Parco naturale Paneveggio-Pale San Martino, ente che ha rilasciato parere positivo all’intervento il 23 maggio scorso, pur prescrivendo una serie di mitigazioni ambientali necessarie data la delicatezza della zona: niente di trascendentale, cose di routine come informative a chi userà il tracciato affinché non si spinga all’esterno di esso e non invada le aree tutelate.
Il progetto - si spiega nella relazione illustrativa e nella determinazione di valutazione positiva - «nasce dall’esigenza di offrire ai clienti della società un percorso più facile rispetto a quelli esistenti». L’Alpe dispone già di tre tracciati di downhill (la San Martino Bike Arena) serviti dalla Cabinovia Tognola: il nuovo percorso ora autorizzato parte dall’Alpe Tognola e si sviluppa sull’area compresa fra la seggiovia “Malga Tognola – Rododendro” e la pista “Tre di Tognola”, proseguendo quindi lungo l’area boscata sulla destra orografica della pista “Tre di Tognola”. La lunghezza è di 4.511 metri, la pendenza media di poco superiore all’11%, il dislivello complessivo di circa 500 metri. Il tracciato ricalcherà in parte percorsi esistenti, mantenendo una larghezza media di 1,5 metri, con allargamenti in curva fino a 2-3,5 metri (e la costruzione di paraboliche per evitare uscite di strada).
Ma, anche se parzialmente su piste già presenti, la fascia di occupazione del cantiere sarà larga 4 metri (quindi sicuramente invadendo aree “vergini”), per una movimentazione totale di circa 22.280 metri quadrati, con sterri e riporti per complessivi 954,98 metri cubi.
«Non sono previste zone con taglio nel bosco», ma non è una assicurazione: nel progetto si dice infatti che «si cercherà di intervenire tagliando le sole piante direttamente interferenti con il tracciato, sfruttando il più possibile sentieri esistenti con interventi di pulizia del sottobosco o taglio delle specie arbustive, per procedere poi alla regolarizzazione del fondo per consentirne la percorribilità».
Nella Szi entreranno peraltro mezzi motorizzati di un certo peso: un mini-escavatore da 2 tonnellate e «nelle zone a maggior pendenza e laddove necessario per la presenza di massi ciclopici un escavatore di tipo ragno di media taglia (4-4,5 tonnellate). La pista, una volta costruita, sarà utilizzabile solo nel periodo di apertura della cabinovia Frattazza - Alpe Tognola, «per limitare i disturbi» arrecati alla fauna e aviofauna che vive e si riproduce nella zona (tra cui cedroni, forcelli, francolini di monte), ma ovviamente anche perché la funivia promotrice deve trarre profitto dall’opera di cui si sobbarcherà i costi e quindi ne prevede l’apertura solo nel momento in cui le sue cabine gireranno.
Nessuna osservazione è arrivata nel periodo di deposito del progetto anche se nel sito provinciale delle Aree protette del Trentino si legge, a proposito della Zsc interessata: «Il sito è di rilevante interesse nazionale e/o provinciale per la presenza e la riproduzione di specie animali in via di estinzione esclusive/o tipiche delle Alpi», per «elevati pregi legati alla spiccata naturalità della maggior parte dei settori della zona, a tutt'oggi assai poco antropizzata, se si escludono alcune zone interessate da impianti di tipo sciistico», per il «notevole numero di rarità floristiche e di paesaggi vegetali "classici" dell'ambiente alpino su substrato siliceo». .