I ghiacciai che scompaiono: sullo Stelvio metri di neve in meno, ma si scia ugualmente
E’ rimasto l’unico comprensorio in Italia ad aprire nei mesi estivi: «lo zero termico si raggiunge sopra i 4 mila metri invece che ai 3.500. Col grande caldo il ghiacciaio ha l'aspetto che avrebbe nel mese di agosto»
BOLZANO. Il ghiacciato dello Stelvio "sicuramente si è ritirato, così come anche altri ghiacciai negli ultimi anni, ma la situazione anche se seria non è drammatica, le condizioni non sono pericolose". Lo ha spiegato il direttore della società Sifas spa, che gestisce gli impianti sciistici dello Stelvio, Umberto Capitani, parlando della situazione del ghiacciaio alla luce della tragedia avvenuta sulla Marmolada.
La società che gestisce il comprensorio, al confine tra la Lombardia e il Trentino Alto Adige, attua un costante monitoraggio del ghiacciaio la cui superficie si estende dai 2.758 metri di altitudine del Passo dello Stelvio fino ai 3.450 metri del Monte Cristallo. "Anche quest'anno abbiamo aperto per lo sci estivo il 28 maggio e stiamo lavorando abbastanza bene - ha proseguito Capitani -. Siamo rimasti l'unico ghiacciaio dedicato allo sci estivo in Italia e siamo aperti da maggio fino a novembre".
Certo la situazione è cambiata negli anni sia in inverno, dove sono mancati nei mesi scorsi almeno 2 metri di neve, sia d'estate con le temperature che diventano sempre più elevate, tanto che lo zero termico si raggiunge sopra i 4 mila metri al posto che ai 3.500. Inoltre quest'estate a causa del grande caldo che insiste da settimane anche in alta quota il ghiacciaio ha l'aspetto che avrebbe nel mese di agosto.
Per questo il monitoraggio "qui è costante perché al mattino quando la gente va a sciare deve farlo in sicurezza - ha aggiunto Capitani - . Poi rimane il fatto che la situazione in montagna può diventare imprevedibile soprattutto in alta quota e quello che è successo sulla Marmolada è stato frutto di questa imprevedibilità. Nessuno ha mai visto una cosa del genere". Insomma sul ghiacciaio più famoso d'Italia per lo sci estivo, dove si allenano anche i campioni nazionali dello sci italiano, "non ci sono grosse preoccupazioni" e il messaggio è quello di non "fare i catastrofisti perché la montagna è da vivere anche se ci sono i cambiamenti climatici, sempre in sicurezza e con attenzione".