Bondone / Polemica

Bacino di innevamento alle Viote? Le Asuc dicono no e gli ambientalisti insorgono

Gli Usi Civici insorgono: «Trento Funivie si ostina a puntare su progetti che insistono su aree delle Asuc». La Lipu attacca: «Contro questa idea faremo le barricate. Quello che sorprende è la cecità politica a fronte di cambiamenti climatici evidenti, continuando a ragionare e progettare interventi futuri come fossimo negli anni '60»

MONTE BONDONE. Ha allarmato non poco l'ipotesi di un bacino artificiale alle Viote per l'innevamento artificiale voluto da Trento Funivie. La notizia che Appa ha raccomandato a Trento Funivie di evitare i terreni delle Asuc ha irritato Silvano Baldessari, presidente dell'Asuc di Baselga del Bondone. Ma non solo lui. Anche il rappresentante della Lipu, Sergio Merz, si è fatto sentire contro l'ipotesi. Per Baldessari già una conferenza dei Servizi Provinciali (Appa, Foreste e Fauna, Bacini Montani, Autonomie Locali, ecc.) ha espresso dei pareri preliminari sulla ipotesi (sette proposte) di localizzazione di un bacino artificiale a servizio delle piste del Bondone.

«Il Servizio Autonomie Locali mette in evidenza - tra le ipotesi di bacino presentate - la presenza di terreni gravati da uso civico e quindi della necessità di confrontarsi con le Amministrazioni Separate circa il loro utilizzo; evidenziando ulteriormente che - pur se teoricamente possibile - risulterebbe di difficile attuazione una procedura di esproprio nei confronti delle Asuc. Si è evidenziato inoltre che eventuali modifiche alla pianificazione del territorio devono essere concordate con le Asuc».

Per Baldessari «Trento Funivie Spa - utilizzando anche soldi pubblici - si è ostinata a portare avanti delle ipotesi di bacino su terreni Asuc nonostante sapesse che il proprietario fosse a priori contrario. Stupisce di più il fatto che questa ignoranza o mancanza di rispetto siano propri di Amministrazioni Pubbliche (Comune di Trento) che operano sullo stesso territorio. Deve essere quindi chiaro a tutti - spiega Baldessari - che senza il consenso delle Asuc (proprietarie) non sono possibili interventi sui territori dalle stesse amministrati. E questo vale sia per eventuali bacini che per opere connesse (tubazioni, prese d'acqua, ecc.).

Ricordiamo a tutti che la il precedente tentativo del 2018 di inserire a Prg un bacino alle Viote è naufragato proprio per la mancata disponibilità delle Asuc a tale proposta».

Baldessari ricorda che sul bacino la posizione delle Asuc del Bondone (Sopramonte, Vigolo Baselga e Baselga del Bondone) è molto chiara: le Asuc non hanno dichiarato l'assoluta contrarietà al progetto di bacino, ma al fatto che si faccia nella zona delle Viote, che snaturerebbe un versante di Bondone ancora abbastanza integro sotto l'aspetto naturalistico e paesaggistico.

Per questo come alternativa Baldessari pensa a una sistemazione e ampliamento del bacino localizzato a Malga Mezavia, ritenendo l'area più defilata e allo stato già compromessa. Anche perché c'è un problema non da poco: la disponibilità dell'acqua.

«Le ipotesi presentate intatti non chiariscono dove sarà reperita l'acqua. Il progetto del bacino continua a percorre la strada senza futuro dello sviluppo sciistico del Bondone: al Bondone mancano purtroppo un migliaio di metri di quota per ritenere che possa avere un futuro in campo sciistico. Accontentiamoci quindi di quello che c'è, senza ulteriori scempi». Baldessari spiega che le Asuc non sono delle "istituzioni medioevali' «come qualcuno sprezzantemente ci definisce, ma siamo gente che vive e ama il territorio, cercando anche di difenderlo da questi attacchi portati avanti con progetti di sviluppo che non possono essere chiamati tali».

Anche Sergio Merz prende posizione, dicendosi non sorpreso dalla proposta: "Gli impiantisti continuano a chiedere e ad ottenere. Se guadagnano si tengono i profitti, se sono in perdita ci pensa mamma Provincia. Quello che sorprende è la cecità politica a fronte di cambiamenti climatici evidenti, continuando a ragionare e progettare interventi futuri come fossimo negli anni '60".

"Un bacino artificiale alle Viote - sostiene Merz - non servirà a nulla, in quanto produrre neve artificiale a basse quote costerà sempre di più e comunque a termine, sempre meno neve e sempre meno freddo purtroppo. Non parliamo poi dell'aspetto naturalistico della Piana delle Viote miracolosamente scampato finora ad una urbanizzazione selvaggia e ai tentativi di parco giochi, ma siamo sulla buona strada. I bacini artificiali si faranno probabilmente in futuro a quote collinari per conservare l'acqua a scopo alimentare e irriguo, quindi il bacino alla Viote non si deve fare, troppi i costi ambientali e sperpero di denaro pubblico. Le associazioni ambientaliste su questo faranno le barricate".

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