Pauroso crollo sul Cervino: evacuati 13 alpinisti, in arrivo ordinanza di chiusura della via normale
Annunciati provvedimenti dopo la grande frana di ieri, 2 agosto, sul percorso di ascesa sul versante italiano. Già dal 20 luglio le guide alpine non accompagnano più i loro clienti per timore di crolli, ma diversi alpinisti continuano a percorrere la via
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AOSTA. Sì è conclusa poco prima delle ore 21 di ieri, 2 agosto, l'evacuazione in elicottero dei 13 alpinisti, tutti stranieri, che si trovavano lungo la via normale italiana del Cervino al momento del distacco di una frana nella zona della Testa del Leone (3.715 metri).
Le operazioni sono state condotte dal soccorso alpino valdostano e dal soccorso alpino della Guardia di finanza di Cervinia. Due cordate che al momento del crollo si trovavano più in basso rispetto alla frana hanno spiegato ai soccorritori di non aver visto altri alpinisti dietro di loro. Versione che è stata confermata dagli scalatori che erano a monte del punto del crollo, a Capanna Carrel (3.830).
Oggi è attesa un'ordinanza di chiusura temporanea della via normale per consentire di valutare ai geologi le condizioni della montagna.
Il sindaco di Valtournenche, Jean Antoine Maquignaz, valuta una stretta, perché diversi alpinisti continuano a percorrere la via. "Sicuramente ci sarà un qualcosa, stiamo definendo come", ha assicurato. Nel 2015 il suo predecessore aveva chiuso con un'ordinanza la via italiana alla vetta per poco più di due settimane, tra la fine di luglio e Ferragosto, a seguito di alcune frane cadute a 3.000 metri di quota nella zona della Cheminée.
Dal 20 luglio scorso le guide alpine hanno sospeso le salite lungo l'itinerario proprio per il rischio di crolli legato alla siccità ma parecchi alpinisti tentano comunque la scalata alla Gran Becca.