Il lago Scuro si è abbassato di 18 metri: a rischio l’energia del rifugio
Domenica si è concluso il congresso dei sentieri del Cai. il grido d’allarme del presidente Montani: «Dobbiamo cambiare il nostro approccio alla montagna»
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TRENTO. A volte un'istantanea spiega meglio di un trattato anche concetti complessi. E l'istantanea che arriva dall'Adamello parla da sola: il lago Scuro si è abbassato di 18 metri. Diciotto. E le conseguenze si fanno sentire tutto intorno.
Un esempio è quel che rischia di accadere al rifugio Città di Trento, ai 2.449 metri del Mandron nel Gruppo dell'Adamello. Ristrutturato in due stagioni: 2021 e 2022 ed inaugurato nel settembre scorso, è uno dei rifugi della Sat fossil free. La struttura che si presenta dopo i lavori particolarmente accogliente e confortevole, gestita dalla famiglia di Carlo Galazzini, lassù da 44 anni, rischia di non essere più fossil free.
Infatti, l'acqua che alimenta la turbina della centralina, che produce l'energia elettrica per il rifugio, potrebbe non funzionare, perché, a causa delle poche precipitazioni negli ultimi due anni il livello del lago Scuro, da dove viene prelevata l'acqua, si è abbassato come detto di ben 18 metri. Il dramma dei cambiamenti climatici è stato affrontato anche dal congresso dei sentieri del Cai.
«Dobbiamo cambiare il nostro approccio alla montagna, modificare le nostre abitudini e non portare il modello di vita della città in montagna». Sono queste le conclusioni del presidente del Club alpino italiano Antonio Montani, al congresso tenutosi domenica e sabato nella sede della Sat a Trento, dove si è parlato del passato presente e futuro dei sentieri e dei rifugi, due ambiti con molti tratti comuni.
Una due giorni che ha messo in luce le problematiche delle strutture sentieri e rifugi, che se da un lato, si adeguano al progresso, con le comodità della digitalizzazione, dall'altro debbono fare i conti con il clima che cambia e questo ci impone di guardare e frequentare la montagna consapevoli di una ridefinizione dei servizi.
I sentieri del Cai 112 mila chilometri censiti di cui il 25% validati nel catasto digitale, si possono percorrere con lo zaino più leggero, con le guide e le cartine geografiche a casa, ma con le mappe scaricate sul telefonino, come ha fatto Sara Bonfanti, intervenuta alla tavola rotonda conclusiva, che ha percorso da Muggia a Santa Teresa di Gallura tutto il sentiero Italia del Cai in 7 mesi da maggio a dicembre del 2022.
La digitalizzazione ci aiuta e molto anche per quanto riguarda i rifugi, con le prenotazioni on line, ma anche nei rifugi, soprattutto quelli più alti, il cambiamento del clima sta comportando degli adattamenti ai quali dobbiamo essere preparati. «La nostra è l'era dei cambiamenti climatici - ha detto Montani - ed il Cai ha il compito di gestire questa fase con una campagna ecologica, in modo tale da rendere le nostre strutture non impattanti con l'ambiente. Anche in funzione della riduzione delle risorse idriche il Cai ha in programma la mappatura delle sorgenti d'acqua».
In Trentino, come ha ricordato Iole Manica vice presidente della Società degli alpinisti tridentini, viene portata avanti, dalla più grande sezione del Cai, con la forza del volontariato la cultura della montagna, che vuole il rifugio luogo di condivisione e non di essere fruibile come un albergo di valle.
Visione di esperienza romantica, l'andare nei rifugi e dormirvi come la concepisce Marco Albino Ferrari, giornalista, scrittore neo direttore editoriale del Cai. L'impegno del Cai oltre all'operatività delle sue commissioni, fra le quali quelle sentieri e rifugi, che hanno organizzato ottimamente, con il loro coordinatori - Alessio Piccioli per i sentieri ed il trentino Riccardo Giacomelli, rifugi - in collaborazione con la Sat il congresso, è quello di potenziare questi due settori e di far conoscere ai politici ed al governo il mondo della montagna, le sue problematiche ed esigenze.
Su questo Montani, da pochi mesi insediatosi alla presidenza, sta lavorando e proporrà una legge quadro sulla montagna, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, a partire dalle professioni della montagna. Il presidente ha anche annunciato il congresso del Cai numero 101, che si terrà a novembre. Ai lavori ha partecipato il direttore dei Euma, che raggruppa tutte le 33 associazioni europee l'austriaco Andreas Aschaber, con la prospettiva di una rete europea della montagna.