Nuovi crepacci, i ghiacciai sempre più insidiosi per chi pratica scialpinismo
La commissione glaciologica della Sat, che ha lanciato l’allarme, invita tutti alla prudenza. Non è mai superfluo ricordare come sia necessario affidarsi a guide esperte in quota e procedere sempre in cordata, valutando le attentamente le condizioni dei tratti da affrontare
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TRENTO. Più crepacci, ponti di neve più fragili e insidiosi. Se l'attività scialpinistica presenta per sua natura numerosi elementi di rischio, quest'anno sarà necessario porre ancora più attenzione nel dedicarsi a quest'attività in quota. A lanciare l'allarme. nei giorni scorsi, è stata la commissione glaciologica della Sat che invita tutti alla prudenza, proprio nelle settimane in cui per gli appassionati si sta per entrare nel vivo della stagione delle pelli in quota.
La situazione è molto delicata, soprattutto a causa della combinazione di quelle che sono state le caratteristiche dello scorso inverno e dell'estate seguente, con quelle dell'inverno dal quale stiamo uscendo.«Già lo scorso anno le precipitazioni nevose sono state ridotte, quest'inverno non ne parliamo», spiega il presidente della commissione satina Cristian Ferrari.
«In mezzo - prosegue Ferrari - ciò che è accaduto in estate, con temperature elevate e un processo di fusione dei ghiacciai ancora più drammaticamente rapido rispetto ai ritmi già devastanti degli ultimi anni, che oltre a provocare la riduzione degli accumuli ha portato anche a spostamenti che hanno causato la formazione di nuove fratture».
Tutto questo ha portato a un aumento non solo in generale ma anche a livello di formazione temporale del crepacciamento. Insomma, le insidie in quota saranno e sono già molte più del solito. «Questo anche perché non soltanto ci saranno più crepacci, dato che abbiamo avuto modo di verificarne la presenza, ad esempio sul ghiacciaio dell'Adamello e del Mandrone, ma saranno anche coperti da uno strato inferiore di ghiaccio e neve. Dunque anche l'attraversamento di ponti di neve si presta a un livello di rischio più elevato, per il minor spessore proprio dell'accumulo nevoso».
La commissione glaciologica ha voluto lanciare l'allarme per tempo «non per voler fare terrorismo, ma per mettere tutti i praticanti in guardia da pericoli che spesso possono essere involontariamente sottovalutati. Frequentare zone che si conoscono e di cui sono noti i punti sicuri, ad esempio, potrebbe non essere più sufficiente per muoversi cercando di limitare i rischi, perché anche passaggi finora ritenuti in sicurezza potrebbero non esserlo più a causa del repentino cambio di caratteristiche della superficie dei ghiacciai».
«Non è mai superfluo ricordare come sia necessario affidarsi a guide esperte per dedicarsi allo scialpinismo in quota e di procedere sempre in cordata, valutando attentamente le condizioni dei tratti che si vanno ad affrontare. Mai come quest'anno le premure e le precauzioni dovranno essere molte e profonde, per evitare di incappare in situazioni di rischio che purtroppo alla luce dell'evoluzione delle condizioni climatiche saranno sempre più frequenti in quota».