Bondone, corsa per non chiudere malga Brigolina: contratto non rinnovato e nuovo bando a breve
Accuse reciproche fra Azienda forestale e Asuc e chi ha gestito la struttura gli ultimi sei anni. Rischia lo stop il ristorante, meta di escursioni e pranzi per molti trentini, ma in gioco c'è anche una buona fetta di Bondone, 96 ettari di prati con la stalla
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TRENTO. Malga Brigolina rischia di rimanere chiusa. Rischia di rimanere chiuso il ristorante, meta di escursioni e pranzi domenicali per molti trentini, e rischia di rimanere trascurata e senza gestione una buona fetta di Bondone, 96 ettari di prati e la stalla utilizzata per l'alpeggio.
Il 31 gennaio è infatti scaduto, dopo sei anni, il contratto sottoscritto tra l'Azienda forestale Trento-Sopramonte, proprietaria del complesso, e la Società agricola semplice Dallapè dell'omonima famiglia di allevatori, che si era aggiudicata la gestione nel 2017 dopo aver vinto un'asta pubblica. Il contratto iniziale era un "sei + sei", prevedeva cioè dopo i primi sei anni la possibilità di rinnovare la concessione alle medesime condizioni concordate all'inizio. Il rinnovo però non è andato in porto.
La famiglia Dallapè aveva chiesto di rivedere le condizioni e tenere conto del caro energia, abbassando i canoni dovuti o realizzando un impianto fotovoltaico in grado di abbattere i costi. «Ma la Commissione Amministratrice non poteva variare le condizioni contrattuali» fa presente il presidente dell'Azienda forestale, Stefano Risatti, spiegando che c'era eventualmente la disponibilità ad investire sul fotovoltaico dopo aver reperito i fondi necessari. Una disponibilità che evidentemente non poteva essere messa per iscritto e così la famiglia Dallapè ha preferito rinunciare.
Ma non tutto è perduto. Ribadendo la grande importanza del complesso immobiliare l'Azienda forestale annuncia l'intenzione di riformulare un nuovo bando di gara per poterlo assegnare entro l'inizio della stagione silvo-pastorale. Un passaggio non scontato, per le difficoltà e le ristrettezze di personale in cui si dibatte in questo periodo l'Azienda forestale.
Un paio di assunzioni e la consapevolezza che c'è interesse attorno a Malga Brigolina da parte di potenziali gestori ha comunque spinto gli amministratori a procedere. L'intenzione è quella di andare a gara entro aprile per poi sottoscrivere il contratto coi vincitori dando loro il tempo di accedere ai contributi europei.
«Nel nuovo bando, a cui potrà partecipare anche la Società agricola semplice Dallapè - spiega Risatti - sarà previsto l'impegno a progettare ed eventualmente realizzare interventi di mitigazione dei consumi energetici».
Il complesso di Malga Brigolina si compone di una superficie a pascolo di 96 ettari, della malga vera e propria, composta da stalla, casello e agriturismo, immobili di proprietà dell'Asuc di Sopramonte, del Malghet, stalla di proprietà anch'essa di Asuc e di baita Fragari, alle Viote, di proprietà del Comune di Trento.
La famiglia Dallapè, che pagava un canone di 28.500 euro all'anno, al momento di gettare la spugna aveva accusato Azienda e Asuc di non aver voluto assecondarla nelle richieste di investire sul fotovoltaico per abbattere i costi. Accuse a cui i due enti, con Risatti e col presidente di Asuc Ivan Broll, rispondono spiegando che cambiare le condizioni del contratto per il rinnovo di sei anni non era legalmente possibile ma anche evidenziando «ripetute carenze nella corretta gestione dei pascoli, come mancato sfalcio, mancanza della transumanza verticale (con spostamento degli animali in quota a Fragari) e mancato utilizzo dell'area a pascolo al Malghet».
Ma anche scarso impegno nell'utilizzo del complesso come fattoria didattica, elemento a cui l'Azienda forestale teneva molto. Broll inoltre si dice stupito e amareggiato per le accuse di rigidità dell'Asuc mosse dal titolare dell'Azienda Dallapè: «La gestione non è nostra - fa presente Broll - e queste accuse - aggiunge assieme a Risatti - appaiono un tentativo di screditare senza motivo l'operato di Azienda forestale e Asuc».