In Trentino cento orsi, dieci in più all'anno: ecco la radiografia del progetto
La popolazione dell’orso è distribuita su un’area teorica di 30.550 km quadrati, mentre il territorio stabilmente occupato dalle femmine rimane più contenuto (2.039 km quadrati) ma in costante aumento negli ultimi anni. Nel periodo 2005 - 2021 è stato possibile documentare la dispersione dal Trentino occidentale di 51 orsi, tutti maschi
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TRENTO. Da Masun e Kirka agli attuali cento orsi in Trentino. Dal progetto di reintroduzione previsto dal programma «Life Ursus» (lanciato nel 1999) ad un numero che può essere solo stimato, perché la Provincia Autonoma di Trento stessa ammette «la sempre maggiore difficoltà nell’acquisizione di un dato preciso».
È questo il «percorso» della presenza dell’orso in Trentino: una presenza che la politica ha voluto per dare alle Dolomiti una straordinaria occasione di biodiversità e di richiamo turistico ma che è finita in prima pagina per una lunga serie di episodi drammatici. Fino al tragico episodio dell’altra notte e alla morte di Andrea Papi, 26 anni, nei boschi di Caldes.
Il progetto Life Ursus.
Il progetto è stato creato dalla Provincia, dal Parco Adamello Brenta e dall’Istituto nazionale della fauna selvatica «per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un’ormai inevitabile estinzione». Venne realizzato uno studio di fattibilità, tenuto conto che nell’area scelta per il ripopolamento dell’orso «più del 70% degli abitanti si è detto a favore del rilascio». Tra il 1999 e il 2002 vennero rilasciati dieci orsi, nati in libertà in Slovenia meridionale. Nel 2022 e nel 2003 si registrarono il primo e il secondo parto.
Nel 2021: solo stime.
Gli ultimi dati a disposizione sono quelli contenuti nel «Rapporto grandi carnivori 2021». Il dossier viene presentato a maggio e fa riferimento all’anno precedente. Il dato più importante riguarda la proliferazione degli orsi, che oggi potrebbero aver raggiunto (o forse superato) quota cento, avendo la capacità di aumentare il numero del dieci per cento da un anno all’altro.
Dalle pagine del Rapporto emerge come sia difficile tenere sotto controllo la presenza dell’orso, anche dal punto di vista numerico. I funzionari del Settore Grandi carnivori del Servizio faunistico, infatti, ribadiscono «che diventa sempre più difficile individuare tutti i genotipi degli orsi presenti» e che diventa «necessario basare gli attuali e futuri conteggi su stime».
I numeri.
Per il 2021, basandosi sui dati dei monitoraggi, a fronte di un numero minimo certo di 69 orsi si arriva ad una stima tra i 73 e i 92 esemplari, senza considerare i cuccioli dell’anno (stimati in 12-14), per un totale che si aggira quindi attorno ai cento esemplari. Dal 2015 al 2021 il tasso di crescita si è rivelato attorno al 10%, anche se con una notevole variazione annuale (dal 2,3% al 24,4).
La distribuzione.
Sette dei 69 orsi certamente rilevati nel 2021 sono stati avvistati fuori dal territorio trentino (M4 in Friuli Venezia Giulia, M46 e M65 in Austria, M68 e M87 in Alto Adige, M74 e M76 in provincia di Brescia), mentre cinque hanno gravitato anche in province limitrofe. La popolazione dell’orso è distribuita su un’area teorica di 30.550 km quadrati, mentre il territorio stabilmente occupato dalle femmine rimane più contenuto (2.039 km quadrati) ma in costante aumento negli ultimi anni.
Chi esce di scena.
Nel periodo 2005 - 2021 è stato possibile documentare la dispersione (cioè l’uscita dal Trentino occidentale) di 51 orsi, tutti maschi. Di questi, 15 sono morti o scomparsi, di sei non si hanno informazioni recenti, 14 sono rientrati.
Gli indennizzi.
Nel 2021 sono stati accertati 463 danni da grandi carnivori, dei quali 301 da orso e 162 da lupo, Sono stati liquidati 337mila euro di indennizzo, di cui 172mila per i danni da orso e 165 per quelli provocati dal lupo.