Cinghiali, Assosuini lancia l’allarme: “Peste negli allevamenti, intervenga l’esercito”
L’appello dell’associazione: chiediamo con forza tutti i colleghi allevatori di essere in prima linea per combattere l'emergenza: non è tempo per pigrizia e furbizia. Il futuro del nostro settore dipende da noi. Anche perché, con estrema amarezza, dobbiamo prendere atto di essere stati, finora, lasciati soli
MALATTIA Peste suina, il piano di prevenzione
ROMA. "Purtroppo siamo stati tragici profeti in patria: la peste suina africana è arrivata in alcuni allevamenti. L'inerzia della politica, la follia animalista e l'onnipresente burocrazia faranno migliaia di vittime: suini, imprese e si teme l'intero export. Potevamo salvarci con interventi tempestivi, ma abbiamo preferito ascoltare chi sta con i cinghiali. Questa è l'ultima chiamata". Lo scrive in una nota Elio Martinelli, presidente di Assosuini, che prosegue: "Possiamo salvare la filiera con alcuni interventi: monitoraggio dei casi di mortalità sospetta entro 50 km dal primo caso. Non possiamo farci cogliere alla sprovvista dall'allargamento. Finanziamenti minimo all'80% a fondo perduto, iva inclusa, per la costruzione di recinzioni attorno agli allevamenti. Coordinamento dell'esercito per i cacciatori: l'obiettivo è il dimezzamento della popolazione dei cinghiali.”
E ancora: “Chiediamo con forza tutti i colleghi allevatori di essere in prima linea per combattere l'emergenza: non è tempo per pigrizia e furbizia. Il futuro del nostro settore dipende da noi. Anche perché, con estrema amarezza, dobbiamo prendere atto di essere stati, finora, lasciati soli".