Stagione di turisti, ma sotto il Croz dell'Altissimo si rischia nel guado: il ponticello portato via dall'acqua
La settimana scorsa due escursionisti salvati dalle acque con l’elicottero: appello dei rifugisti al Parco Adamello Brenta per ripristinare il ponticello
MOLVENO. Alta stagione e tanti turisti nel gruppo del Brenta. Ma uno dei passaggi nodali – il sentiero 340 che dal rifugio Croz dell’Altissimo porta al rifugio Selvata ed al rifugio Pedrotti alla Tosa – è ancora pericoloso: il ponticello di legno che permetteva comodamente il guado del torrente è stato divelto dalla furia della corrente ancora due mesi fa. E non si vede soluzione.
Una situazione pericolosa, come ben sanno i due alpinisti che la settimana scorsa – dopo essere precipitosamente rientrati a valle dal Pedrotti per il temporale – si sono trovati in mezzo al guado, prigionieri delle acque, e hanno dovuto essere prelevati con l’elicottero ed il Soccorso Alpino.
Per salire in quota, è vero, ci sono altri percorsi, sia il Donini dalla malga di Andalo, sia quello basso alla teleferica. Ma il tratto dal rifugio Croz dell’Altissimo al Selvata è la naturale prosecuzione per chi sale in telecabina al Pradel, per guadagnare tempo. E tanti turisti ci hanno scritto per lamentarsi: hanno trovato il sentiero chiuso, e sono tornati indietro.
I rifugisti, che dopo l’ultima tempesta si sono messi spontaneamente al lavoro con picco e badile per ripristinare i sentieri, chiedono l’aiuto del Parco Adamello Brenta. Al quale, peraltro, avevano scritto una lettera mesi fa, in accordo con la Sat di Molveno (che gestisce i sentieri).
«La mancanza del ponte – dicevano – crea non poco disagio ed impedisce il passaggio a molte persone. Con la presente chiediamo gentilmente qualche informazione sui tempi che occorrono per portare a termine tale lavoro, visto che la stagione è ormai avviata». E adesso che agosto è alle porte, la richiesta si fa ancora più urgente.