Malga Zambana, quarta asta deserta, e adesso il Comune pensa di rivolgersi a una società di "scouting"
La struttura sulle piste della Paganella, il cui ampliamento è costato 2,6 milioni di euro alle casse pubbliche, rischia di essere ancora chiuso per la prossima stagione
TERRE D'ADIGE. Nemmeno il quarto bando per Malga Zambana ha attirato concreti interessi, tanto che è andata nuovamente deserta la gara per la struttura adibita a bar-ristorante posizionata sulla Paganella, a circa 1.800 metri d'altitudine. Due sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi avevano fatto ben sperare gli amministratori di Terre d'Adige, comune proprietario dell'edificio che è stato ricostruito lo scorso anno, ma nessuna busta è stata presentata in municipio entro la scadenza, fissata al mezzogiorno di ieri.
Tanto per fare una rapida cronistoria, il primo bando per la nuova struttura prevedeva un canone annuo di 150mila euro, con uno sconto di 30mila euro per i primi dodici mesi e con alcune stringenti limitazioni circa la partecipazione alla gara. La giunta comunale ha poi via via rivisto i parametri, sino ad arrivare al quarto bando con un canone costante di 107mila euro e la possibilità di sottoscrivere un contratto di “6 più 6”, ovvero di sei annualità con la possibilità – ad insindacabile giudizio dell'amministrazione comunale – di rinnovare l'affitto per altrettanto tempo.
Non nasconde la propria delusione Renato Tasin, sindaco di Terre d'Adige che ha sempre creduto molto nel progetto che ha portato alla realizzazione della nuova Malga Zambana, costata circa 2,7 milioni di euro. «Facciamo fatica a capire l'assenza di offerte – commenta Tasin – e a quanto pare mancano gli imprenditori interessati a questa nuova struttura, eppure in Trentino sono tanti gli esempi di operatori del settore di assoluta qualità. Rimango dell'idea che non sia l'entità del canone a frenare le possibili offerte, perché basta consultare i bilanci pubblici di altri esercizi simili per capire come le cifre siano consone».
Il primo cittadino del comune che unisce Nave San Rocco e Zambana, nel contempo, guarda avanti. Passati i mesi estivi, il prossimo obiettivo non può che essere l'apertura per la stagione invernale. «Ora cercheremo di muoverci diversamente, e abbiamo tre strade davanti a noi. Innanzitutto valuteremo con gli enti preposti se e come intraprendere la strada dell'affidamento diretto. In alternativa, si potrebbe valutare la possibilità di una gestione con una partnership tra pubblico e privato, ovvero una società partecipata dal comune. Infine, non escludo l'eventualità di affidarci ad una ditta specializzata per reperire un gestore».