Montagna / La polemica

«Le Dolomiti fuori dall'Unesco per l'overtourism? Un paradosso: noi siamo impegnati a proteggerle»

Il numero uno della Fondazione, Zannier, replica al presidente nazionale del Cai, Montani: tutto dipende dalla promozione fatta dai territori ma di questo aspetto non ci occupiamo, invece promuoviamo una frequentazione lenta e responsabile»

CRITICA Il presidente Cai: «Troppi turisti sulle Dolomiti, vanno regolati»
SOSAT L'assalto ai sentieri: no alla montagna come Disneyland
ANALISI Alpi, turismo, economia: troppi motori in quota fanno male

DOLOMITI L'assalto dannoso del turismo "mordi e fuggi"

 

di Marica Vigano'

TRENTO. «È stata definita "una provocazione", ma siamo comunque al paradosso». Risponde così il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, Stefano Zannier, alle parole del presidente nazionale del Cai Antonio Montani che sull'Adige di ieri ha lanciato il guanto di sfida: far uscire le Dolomiti dal Patrimonio Unesco per frenare l'overtourism. Una proposta che fa da "pungolo", verso un confronto aperto a più soggetti su un problema di non facile soluzione: gli arrivi in massa nelle località montane, tema legato alla sostenibilità del turismo ed alla tutela del patrimonio ambientale.

Zannier, che è anche assessore alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, risponde alla provocazione del presidente del Cai snocciolando una serie di attività della Fondazione che vanno proprio nella direzione di "proteggere" il bene montano nella sua unicità geologica e paesaggistica: monitoraggio dei flussi, rapporti periodici sull'integrità del bene, proposte per una frequentazione che disincentivi il "mordi e fuggi" e per valorizzare gli aspetti geologici come il "Dolomites World Heritage Geotrail", ossia un trekking di più giorni più un viaggio del tempo virtuale per esplorare la geologia delle Dolomiti.

Prosegue inoltre la campagna "Vivere in rifugio" (prossimo appuntamento il 6 settembre al Roda di Vael) con la collaborazione dei rifugisti per far comprendere agli ospiti come è la vera vita in quota, tra la bellezza e la vulnerabilità del territorio circostante.È bene però fare un passo indietro. Il 26 giugno 2009 le Dolomiti sono state iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale grazie alla loro bellezza e unicità paesaggistica e all'importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico.

Il 13 maggio 2010 le Province e le Regioni coinvolte (Province autonome di Trento e di Bolzano, Province di Belluno, di Pordenone, di Udine, Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto) hanno costituito la Fondazione Dolomiti - Dolomiten - Dolomites - Dolomitis Unesco con «il compito di promuovere la comunicazione e la collaborazione tra gli Enti territoriali».

C'è una strategia comune: «La "Strategia complessiva di gestione" - evidenzia la Fondazione sul proprio sito - pone l'ambiente al centro dell'interesse sociale ed economico».

Ecco perché la risposta di Stefano Zannier al presidente del Cai non nasconde il tono piccato. «Ho letto con grande stupore le notizie riguardanti l'ipotesi di una rinuncia all'iscrizione delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale. Un riconoscimento che - evidenzia Zannier - rappresenta, al contrario, uno straordinario strumento di tutela del Bene e una leva per responsabilizzare le comunità davanti a problematiche come l'overtourism che possono incidere sulla sua integrità ma che, è bene ricordarlo, interessano alcune aree specifiche».

Più che provocazione, l'idea di una uscita delle Dolomiti dal Patrimonio Unesco forse nasce da una incomprensione di fondo. Arrivando al paradosso. «I problemi che affliggono alcuni hotspot sono ben noti - prosegue il presidente delll'Ente - e la Fondazione Dolomiti Unesco sta lavorando da tempo al loro monitoraggio. Bisogna però chiarire che l'overtourism non riguarda tutte le aree. Sul fenomeno incide la spinta della promozione turistica, aspetto di cui non si occupa la Fondazione, impegnata invece a promuovere una frequentazione lenta e responsabile. Peraltro, chi arriva perché attratto dai valori universali riconosciuti dall'Unesco è spesso un turista informato e consapevole».

Zannier ribadisce la disponibilità a continuare a collaborare con tutte le associazioni ed ad aprire nuovi tavoli di confronto, anche e soprattutto sul tema della "pubblicità" con il fine di «sollecitare gli operatori a una comunicazione che induca i turisti a vivere la montagna in modo autentico». «Uscire dalla Lista del Patrimonio Mondiale - conclude il presidente della Fondazione - significherebbe rinunciare anche a queste assunzioni di responsabilità».

comments powered by Disqus