Valsugana / Il caso

"Milioni di euro pubblici per gli impianti in Panarotta, ma è meglio investire sul turismo sostenibile"

Appello di Alleanza Verdi e Sinistra per una revisione del piano di "rilancio del comprensorio" targato Trentino Sviluppo: "I due anni di stop delle piste hanno dimostrato che esiste un'alternativa da valorizzare e far crescere per una vera transizione della montagna". Sul tema la consigliera provinciale Lucia Coppola ha presentato anche una interrogazione

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PANAROTTA Ora la Provincia cerca un gestore unico per tutti gli impianti

OPERATORI Costituita la nuova società Lagorai 2002
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TRENTO. Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) "chiede coerenza e trasparenza sul futuro della Panarotta e sugli investimenti pubblici previsti per il rilancio del comprensorio".
 
"Seppur sia stata accantonata l'idea di costruire un bacino artificiale in Panarotta e si siano quindi ridimensionate le spese previste - afferma Avs in una nota - c'è l'intenzione da parte di Trentino Sviluppo spa, proprietaria degli impianti, di costruire un vascone interrato e di rifare buona parte dell'impianto di innevamento. Si parla comunque di qualche milione di euro a cui dovrebbero essere aggiunti almeno 180 mila euro annui da parte della Comunità di valle e dei comuni dell'Alta Valsugana e Bersntol".
 
"La 'graduale riconversione della Panarotta in chiave outdoor' auspicata dal vicepresidente di Trentino Sviluppo Albert Ballardini è già iniziata spontaneamente in questi due anni di chiusura degli impianti in cui migliaia di escursionisti hanno frequentato la Panarotta non 'nonostante' ma 'proprio perché' il comprensorio è rimasto chiuso, garantendo tranquillità alle famiglie con bambini e agli scialpinisti ed escursionisti.
 
Riteniamo sia più utile per tutto il territorio cavalcare quest'onda costruendo insieme a enti, operatori e cittadini una gestione alternativa e sostenibile della Panarotta, con eventuali investimenti pubblici a supporto di una vera transizione, rendendo questa montagna della Valsugana un esempio al quale rivolgere lo sguardo per rendere l'economia montana meno dipendente dalla presenza di neve", conclude Avs.

Sul tema la consigliera provinciale Lucia Coppola ha presentato anche una interrogazione.

Eccone il testo.

"Il 23 settembre scorso è scaduto il termine di presentazione della manifestazione di interesse, bandito da Trentino Sviluppo, per affidare in locazione a terzi gli “Assets” di proprietà siti sul Monte Panarotta e cioè l’ impianto funiviario biposto denominato “Rifugio – Furet”, l’ impianto funiviario quadriposto denominato “Rigolor – Cima Panarotta”, due tappeti mobili ovvero i tappeti mobili “Furet” e “Malga Esi” e l’ impianto di innevamento artificiale.  Trentino Sviluppo intende costruire, al posto di un lago artificiale,  delle vasche interrate dalle dimensioni e dai costi più contenuti, un progetto che prevede di riempire rapidamente una vasca esterna mobile anche per uso antincendio.

L’assessore al turismo Failoni ha dichiarato che la seggiovia Malga, montata (di seconda mano) nel 2018, ha una fine vita nel 2026, quindi fra appena 2 anni. Si dovrà chiarire se il termine sia derogabile, ed eventualmente a che costi, perché il già piccolo comprensorio della Panarotta, che conta appena 3 seggiovie, perderebbe la possibilità di utilizzare alcune piste di discesa oltre alla recente pista di slittino che si basa proprio sulla seggiovia Malga per la risalita degli utenti.

Milioni di euro di denaro pubblico sono ora pronti ad essere investiti nello sci alpino. Siamo oramai tutti consapevoli che, a causa dei cambiamenti climatici in atto, lo sci praticato a quote inferiori ai 2000 metri ha di fronte un futuro segnato. L’aumento delle temperature metterà a rischio in modo inevitabile anche la tenuta della stessa neve artificiale. La scarsità di neve naturale che ha caratterizzato gli ultimi anni non può essere compensata con tecnologie di produzione di neve artificiale, soprattutto se la temperatura scenderà sempre meno e con costanza nel tempo sotto lo zero. Poi c’è il tema importantissimo dell’uso delle risorse, come l’acqua e l'energia, che vengono sottratte ad altri usi.

Il rapporto “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica” spiega che “l’innevamento artificiale richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione“. Anche perché il costo della produzione sta aumentando. Per questo serve ripensare ad un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività

In uno scenario globale che costringe tutti a rivedere i propri modelli di crescita e di sviluppo, quello del turismo è un ambito che necessita di una profonda riflessione e, soprattutto in Trentino, di una visione di lungo respiro, per evitare errori che potrebbero aggravare le diverse crisi che stiamo attraversando anche nella nostra provincia. In termini non solo economici ma anche sociali, culturali e, soprattutto, ambientali.

Allo stesso tempo, nella consapevolezza che ogni cambiamento non può essere repentino e che necessita di adeguati confronti, di lungimiranti progettazioni e di un dialogo costante, l’auspicio è che  nell’intraprendere percorsi di innovazione dei modelli turistici a livello locale, sia tenuto in debito conto il coinvolgimento non solo degli operatori di settore, ma di tutti i cittadini, delle associazioni, delle istituzioni.

Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere a quanto ammontano gli investimenti previsti da parte della Provincia di Trento; che cosa ne sarà della seggiovia Malga che avrebbe una fine vita prevista nel 2026; che cosa si intende fare per la "graduale riconversione in chiave outdoor" auspicata da Trentino Sviluppo; se si intende interpellare, nel merito delle decisioni da assumere  in vista di una vera transizione e riconversione, altri soggetti portatori di interesse (enti, operatori, associazioni di cittadini), oltre agli imprenditori".

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