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Impresa speleo sul Brenta: nell’abisso del Laresot scendono fino a 1.140 metri di profondità

È stata individuata una nuova verticale con ingresso a 2.360 metri in Val Noghera. La conquista arriva dal Gruppo Speleologico Sat di Arco, dal Gruppo Grotte Sat di Vigolo Vattaro con la collaborazione del gruppo Grotte Brenta

di Claudio Libera

TRENTO. È stata individuata una nuova verticale nell’abisso del Laresot, il cui ingresso si apre a 2.360 metri in Val Noghera nelle Dolomiti di Brenta. La conquista arriva dal Gruppo Speleologico Sat di Arco, dal Gruppo Grotte Sat di Vigolo Vattaro con la collaborazione del gruppo Grotte Brenta.

La spedizione, che ha raggiunto i 1.140 metri di profondità, ha battezzato la nuova incredibile scoperta “Pozzo Sat Arco e Vigolo Vattaro”. L’impresa è stata presentata allo Spazio Alpino della Sat, oggi, mercoledì 11 dicembre, Giornata internazionale della montagna.

Impresa speleo sul Brenta: nell’abisso del Laresot scendono fino a 1.140 metri di profondità

È stata individuata una nuova verticale nell’abisso del Laresot, il cui ingresso si apre a 2.360 metri in Val Noghera nelle Dolomiti di Brenta. La conquista arriva dal Gruppo Speleologico Sat di Arco, dal Gruppo Grotte Sat di Vigolo Vattaro con la collaborazione del gruppo Grotte Brenta. La spedizione, che ha raggiunto i 1.140 metri di profondità, ha battezzato la nuova incredibile scoperta “Pozzo Sat Arco e Vigolo Vattaro”.

Cosi Cristian Ferrari, presidente di Sat: “La Giornata Internazionale della Montagna, è un’occasione in cui onoriamo le grandi vette del nostro pianeta e il rapporto speciale che l’umanità ha con esse. Oggi, però, ci troviamo qui non solo per celebrare chi guarda verso l'alto, ma anche chi ha il coraggio di guardare verso il basso. Nel cuore del Trentino, delle Dolomiti di Brenta, territorio con vette iconiche, gli speleologi della Sat hanno proseguito con nuovi risultati di un’impresa già straordinaria: raggiungere la profondità record nell'abisso del Laresot, una cavità che rappresenta un autentico enigma geologico e una sfida per chi osa esplorarla. Così è forte la determinazione di un alpinista che si muove verso una vetta, passo dopo passo, affrontando freddo, vertigini e fatica, allo stesso modo lo speleologo, con la stessa determinazione si immerge nella terra, nel buio profondo, affrontando il silenzio assordante, il freddo umido e l'ignoto. Se l’alpinismo ci invita a guardare al cielo, la speleologia ci richiama a conoscere le profondità, rivelando un universo altrettanto affascinante e altrettanto impegnativo. Il valore di queste due imprese è paritario: entrambe richiedono competenze, preparazione fisica e mentale, e soprattutto un’indomita passione per l’esplorazione. Sono testimonianze di un desiderio umano universale: spingersi oltre i confini conosciuti, sia verso l’alto che verso il basso”.

A raccontare l’impresa sono: Maurizio Sassudelli del Gruppo Sat Vigolo Vattaro e Silvano Bertamini, Dino Salvaterra e Claudio Montagnoli del Gruppo Sat di Arco. I lavori della spedizione speleologica si sono articolati lungo diversi mesi. A settembre è partita la prima punta esplorativa da parte di Maurizio, Silvano e Dino. La spedizione ha quindi dovuto aspettare condizioni meteo più favorevoli. Il fine settimana di Ognissanti ha presentato l’occasione giusta per Dino, Silvano, Maurizio e Claudio (al suo battesimo oltre i -1.000).

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