La carta d'identità? Si potrà fare in negozio

di Domenico Sartori

Oltre che il pane ed il latte, anche la carta d’identità. Oltre all’etto di prosciutto anche il ritiro del permesso per raccolta dei funghi. E, ancora, accanto all’acquisto del dentrificio, anche la possibilità di ritirare in bottega i farmaci prenotati online attraverso il medico curante e la farmacia.

Sotto traccia, la rivoluzione dei piccoli negozi di periferia, è già avviata. Meglio, ci sono tutte le premesse perché il 2018 diventi l’anno in cui la «rivoluzione» dei cosiddetti «multiservizi» prenda corpo. Non solo piccoli punti vendita targati coop, anche se le Famiglie cooperative avranno un ruolo di primo piano.

Una «rivoluzione», perché molto è stato fatto. Ma molto di più si potrà fare in futuro, grazie alle due linee di azione definite negli ultimi mesi. La prima riguarda il riconoscimento, presso la Commissione europea, dei multiservizi quali «Sieg», cioè Servizi di interesse economico generale. La seconda si traduce in un accordo tra due attori protagonisti sul territorio: Comuni e Federazione trentina della cooperazione.

Lo scorso 16 giugno, la Giunta provinciale ha rafforzato gli «interventi per favorire l’insediamento e la permanenza di attività economiche in zone montane». Ha deciso, tra l’altro, di aumentare il premio di insediamento da 15 mila e 22 mila euro, per «rendere più appetibile l’eventuale coraggiosa scelta di aprire un nuovo esercizio commerciale in zone disagiate e prive di altri servizi commerciali», e di portare da 9 mila e 10 mila euro il contributo per la permanenza per gli esercizi di dettaglio di generi alimentari e di prima necessità, per «frenare lo spopolamento di negozi nelle aree periferiche e garantire un servizio essenziale alla popolazione residente».

Il passaggio politicamente più significativo, segnale di un riavvicinamento tra le due realtà, è stato però, una settimana prima, la firma tra i due presidenti, Ugo Rossi e Mauro Fezzi, del protocollo di intesa per il rafforzamento della collaborazione tra Provincia autonoma di Trento e Federcoop. Tra gli ambiti di reciproca collaborazione tra i due enti, il protocollo individua anche i «servizi di qualità decentrati sul territorio». Servizi da garantire «in particolare nelle zone trascurate dal mercato per le condizioni socio-economiche che le contraddistinguono». In questo contesto, i punti vendita multiservizi sono spesso non sostenibili, «se ancorati ad un pura logica di mercato e non di servizio a favore delle comunità».

Il protocollo di giugno faceva esplicito riferimento alla necessità di verificare presso la Commissione europea, come sollecitato da un ordine del giorno del Consiglio provinciale del dicembre 2016, «la possibilità di garantire ulteriori risorse agli esercizi multiservizi», riconoscendoli appunto come «Sieg». La fase successiva ha visto lavorare assieme, a Bruxelless, Federcoop e uffici provinciali. Un lavoro sotto traccia che prefigura un esito positivo. In concreto, con il riconoscimento dei negozi di valle quali «Servizi di interesse economico generale», in quanto operanti in zone a fallimento di mercato, c’è la base giuridica, da tradurre in una delibera della Giunta provinciale, per aumentare in modo significativo i contributi de minimis (oggi il limite è 200 mila euro).

Di rilievo, però, per il futuro delle piccole comunità è anche l’accordo definito tra il Consorzio dei comuni trentini e Federcoop, che sarà sottoscritto a breve (il cda del Consorzio dei comuni guidato da Paride Gianmoena ha dato l’ok la scorsa settimana, quello di Federcoop ieri mattina). Due i punti messi neri su bianco. Prima di tutto, con esplicito richiamo al protocollo firmato con la Provincia e ai «servizi di qualità decentrati sul territorio», l’impegno del Consorzio dei comuni ad individuare ulteriori servizi dei Comuni stessi e delle Comunità di valle che potranno essere erogati nei punti vendita (Famiglie cooperative ma non solo), interloquendo con Federcoop «sia nella progettazione sia nella materiale attivazione dei servizi stessi». In secondo luogo, Consorzio e Federcoop si impegnano al «riuso di applicazioni, metodologie e buone pratiche sviluppate dal Consorzio dei comuni in ambito web, e Federcoop dà la sua adesione alla community di Comunweb.

Del resto, quello sul digitale è uno dei punti su cui Federcoop ha ottenuto l’impegno della Provincia, tramite Trentino Network, a realizzare «l’allacciamento alla rete in fibra ottica in via sperimentare di 3 punti vendita della cooperazione di consumo per la fornitura di servizi innovativi», negozi collocati in «aree non presidiate dal mercato».
Riconoscimento da Bruxelles, da una parte, accordo con i Comuni, dall’altra, possono rappresentare un cambio di passo per la presenza dei multiservizi sul territorio. Una cornice che toccherà agli attori coinvolti riempire di contenuti concreti, che diano un senso alla capacità di innovazione delle comunità.

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