Lotta all'evasione fiscale in Trentino Recuperate tasse per 105 milioni
Fanno boom i risultati della lotta all'evasione fiscale in Trentino. L'anno scorso in provincia il fisco ha recuperato 105 milioni di euro di tasse non pagate. La cifra è superiore del 25% agli 84 milioni riscossi nel 2018 e batte anche i 92 milioni del buon risultato 2017. Negli ultimi tre anni gli incassi dell'Agenzia delle Entrate raggiungono i 280 milioni. Viene erosa, sia pur lentamente, la montagna di soldi dovuti al fisco e non pagati, che è stimata per la provincia di Trento in circa 1 miliardo di euro l'anno.
Ma, come sottolinea l'Ufficio studi della Cgia, l'Associazione artigiani di Mestre, il grosso di questa cifra non arriva dalla mancata emissione di scontrini o ricevute, bensì dal ricorso di grandi aziende e holding finanziarie alle frodi doganali, alle frodi carosello, alle operazioni estero su estero e alle compensazioni indebite.
Delle somme recuperate dall'Agenzia delle Entrate nel 2019, vola la riscossione da attività di controllo, passata dai circa 59 milioni del 2018 a 79 milioni, un terzo in più. Il grosso del lavoro del personale delle Entrate, oggi, non è più la visita in azienda, che tante polemiche suscitava in passato, quanto l'incrocio dei dati dalle banche dati fiscali e finanziarie, che consente, almeno in alcuni casi, di arrivare ad accertare proprio quelle fattispecie citate dagli Artigiani di Mestre: la grande evasione e l'elusione fiscale internazionale.
In crescita, anche se in modo meno marcato, è il dato dei versamenti diretti, cioè del pagamento di imposte a seguito di accordi col fisco: 26 milioni contro i 25 dell'anno precedente. Ma aumentano i contribuenti assistiti dagli uffici fiscali ai fini del cosiddetto "ravvedimento operoso": nel 2019 sfiorano i 1.800. Sono pratiche che le agenzie fiscali stanno incoraggiando e che si accompagnano alle varie definizioni agevolate e rottamazioni. Solo l'ultima rottamazione ter più il saldo e stralcio per contribuenti a basso reddito hanno interessato 7.000 trentini per un contenzioso fiscale che valeva 160 milioni e che, grazie al pagamento senza sanzioni e interessi, è sceso a meno di 100 milioni da versare a rate.
Secondo l'Istat, in Trentino l'economia non osservata, che comprende la vera e propria economia sommersa e le attività illegali, vale circa 1,9 miliardi di euro, cioè l'11% del valore aggiunto.
Le sue componenti principali sono la sottodichiarazione, cioè l'evasione fiscale vera e propria, e il lavoro irregolare, che dà luogo a evasione fiscale ma soprattutto contributiva. L'ultima stima dell'evasione fiscale trentina la colloca a 1 miliardo 53 milioni di imposte evase. A Bolzano l'incidenza dell'economia non osservata è un po' inferiore, intorno al 10%, ma in valore assoluto l'evasione è un po' superiore: 1 miliardo 114 milioni.
In questi mesi di emergenza sanitaria e di lockdown, il personale delle agenzie fiscali in Trentino ha continuato a lavorare, spesso in smart working, soprattutto ai controlli incrociati sull'evasione.
L'attività di riscossione invece è stata fermata per andare incontro alle tante famiglie e piccole imprese che in questa fase sono in difficoltà a saldare le loro pendenze col fisco. Il decreto Rilancio, in discussione in Parlamento, prevede la sospensione fino al 31 agosto dei termini per i versamenti derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati all'Agente della riscossione. La sospensione riguarda anche la notifica di nuove cartelle, delle procedure e degli altri atti di riscossione. I pagamenti andranno effettuati poi entro il 30 settembre. Le rate 2020 della rottamazione ter e del saldo e stralcio, se non versate alle relative scadenze, potranno essere pagate entro il 10 dicembre. Scatta anche lo stop ai pignoramenti di stipendi e pensioni e arrivano regole più soft per le rateizzazioni.