Futuro assetto della società A22 Trento e Bolzano ancora divisi Ma il tempo ormai stringe

di Domenico Sartori

Forse si metteranno d'accordo in zona Cesarini, prima che i soci pubblici di Autostrada del Brennero, riuniti oggi a Trento, facciano per l'ennesima volta il punto sul rinnovo della concessione di A22, prima dell'assemblea della spa, domani, convocata per approvare il bilancio 2019. Perché, fino ad ora, i due governatori di Trento e Bolzano non hanno marciato all'unisono. Maurizio Fugatti , anche ieri sera, preferiva prendere tempo: «Vediamo cosa dirà Kompatscher».

Il passaggio è delicato, perché persino la tragedia della pandemia Covid-19, che costringe in ogni caso a rivedere il Pef, il piano economico finanziario collegato alla nuova concessione trentennale, essendo impossibile fare previsioni sui volumi di traffico futuri, è in teoria un elemento che accelera la ricerca di una soluzione. Sono talmente ingenti e strategici, gli investimenti previsti lungo l'A22 (tra i 6 e i 7 miliardi) che la vicenda Autobrennero è una questione di interesse nazionale.

Fugatti prende tempo perché, fino ad ora, ha condiviso la strada del mantenimento dei quattro soci privati nella spa di via Berlino, che detengono il 14,1575% del capitale. Una via che ha preso atto della oggettiva impossibilità di liquidarli, come previsto dall'accordo di concessione approvato dal Cipe, stante il valore "suggerito" dal procuratore regionale della Corte dei conti ( 70 milioni di euro), distantissimo dal valore patrimoniale ( 180 milioni ).

Il mantenere i privati in Autobrennero è stata l'indicazione emersa nella riunione dei soci pubblici lo scorso 23 gennaio. Solo in subordine, le altre soluzioni: liquidazione, in qualche modo, dei privati; costituzione di una newco (la ipotizzata BrennerCorridor); messa a gara della concessione.
Kompatscher, come presidente della Regione, primo azionista, sostiene la necessità di liquidare al più presto i privati.

E di farlo attraverso una copertura normativa: un intervento del governo che fissi i criteri per stabilire il valore della società, chiarisca la natura del Fondo Ferrovia (oltre 800 milioni di euro) e tolga ogni responsabilità a soci pubblici e amministratori di Autobrennero per il mancato rispetto delle indicazioni della Corte dei conti. Non è però un percorso agevole.

Tra i quattro soci privati, c'è Serenissima Partecipazioni spa, controllata da A4 Holding, vale a dire Aspi, Autostrada per l'Italia, cioè Atlantia e famiglia Benetton con cui il governo Conte ha aperto la spinosa questione della concessione dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova. Dopo la riunione di gennaio, il 18 febbraio la ministra Paola De Micheli si era impegnata davanti alla delegazione di soci guidata da Kompatscher, a verificare a Bruxelles la fattibilità del mantenimento dei soci privati, togliendo il vincolo della totalizzazione pubblica. Da allora, nessuna novità.

Kompascher ricorda che il 30 settembre 2020 è vicino: è il termine ultimo fissato in legge per la firma, altrimenti la concessione andrà in gara. Ricorderà anche che due soci (Serenissima e Infracis) hanno messo per iscritto la volontà di uscire e incassare il dovuto: non ha senso restare in una società che, per 30 anni, sulla base dell'accordo, non distribuirà un euro di dividendi.

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