Tocca il sedere a un'amica: ventenne condannato a un anno e due mesi
Aveva toccato il sedere ad una conoscente, un'amica che frequentava con lui un centro di Musica in città. Lei però non ha gradito e lo ha denunciato. Ha ritenuto quel gesto, quella mano posata in modo irrispettoso sul suo sedere, quell'approccio per lei eccessivo una vera violenza tanto fare nome e cognome di quel suo coetaeno che, a suo dire, era andato "oltre".
Ieri la Corte d'Appello ha confermato la condanna di primo grado a un anno e 2 mesi di reclusione. Una "batosta" per questo ragazzo ventenne che è stato decisamente troppo esplicito nel manifestare i suoi desideri nei confronti della coetanea che ha vissuto quel gesto, quella mano sul sedere, come una violenza.
Nel procedimento il pubblico ministero aveva chiesto al collegio di derubricare il reato in molestie. La domanda era stata però respinta ed era arrivata la secca condanna. Ieri, in Corte d'appello, l'avvocato Volfango Chiocchetti ha ripresentato la richiesta ma anche in questo caso non è stata accolta e la Corte ha confermato la sentenza di primo grado a un anno e due mesi per violenza sessuale. È stata però riconosciuta la minore gravità e per questa la pena è ridotta rispetto a quanto previsto dall'articolo 609 bis (da 6 a 12 anni).
Lo scorso anno, sull'argomento, era intervenuta anche la Cassazione che aveva fatto presente che deve essere considerata violenza sessuale anche chi tocca il sedere di una donna per scherzo. Il reato, infatti, scatta ogni volta che si finisce per invadere una zona erogena anche se l'autore del gesto non ha brutte intenzioni. Del resto il codice penale parla chiaro: viene tutelata la libertà di qualsiasi individuo sia uomo o donna di poter fare oppure subire atti sessuali in totale autonomia.