Coronavirus, infermieri allo stremo con turni fino a 12 ore
Il polo universitario delle professioni sanitarie di Trento, sede distaccata dell’Università di Verona, ha anticipato la discussione telematica delle tesi di laurea in scienze infermieristiche, previste inizialmente a fine aprile, per una quarantina di studenti. Un’accelerazione per mettere a disposizione del sistema sanitario trentino nuovi infermieri in questo momento di emergenza.
«Anche noi - riferisce il presidente dell’Ordine provinciale delle professioni infermieristiche, Daniel Pedrotti - abbiamo semplificato le procedure per iscriverli rapidamente al nostro ordine».
Non c’è tempo da perdere. «I professionisti del settore infermieristico - mette in evidenza Pedrotti - sono allo stremo. La situazione è drammatica soprattutto nelle Rsa, dove tra infermieri contagiati e positivi si registrano assenze fino al 70% degli organici». Gli infermieri in Trentino sono 4.428 : 2.800 lavorano per l’Azienda sanitaria, circa 800 nelle Rsa, 250 in strutture private convenzionate e 200 sono liberi professionisti. «In questo momento - aggiunge Pedrotti - stiamo chiedendo anche ad alcuni pensionati di riprendere servizio, pur con le dovute cautele, con contratti libero professionali fino a sei mesi. Abbiamo fatto appello ai liberi professionisti e chiesto la possibilità per le Rsa in affanno di attingere alle graduatorie a tempo determinato dell’Apss».
Infermieri, risorsa preziosa, da potenziare nei reparti Covid-19, nelle rianimazioni e nei settori ad alta intensità, dove i pazienti sono in ventilazione. Ma anche una categoria sotto stress. Dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici, guanti, occhiali) finora contingentati o con requisiti poco chiari: «I rifornimenti di materiale - dice Pedrotti - ora sembrano arrivare, sia in termini di quantità che di qualità. Ma per giorni sono stati scarsi o non appropriati».
Ci sono, poi, turni fino a 12 ore consecutive e la pressione emotiva nel contatto con la morte diffusa e con pazienti afflitti da gravi problemi respiratori e lontani dai propri affetti. Presa in carico, vicinanza, umanità sono ingredienti professionali che però costano in termini di tenuta psico-fisica. «Abbiamo attivato dei servizi di supporto psicologico - spiega Pedrotti - perché non è facile, soprattutto nelle Rsa, dove il personale spesso era già sotto organico, vedere che la morte sta prevalendo e che ospiti fino a poche ore prima autonomi, peggiorano, non respirano, perdono la vita». E, poi, la questione della qualità della vita al di fuori delle strutture sanitarie. Molti infermieri hanno scelto - per tutelare famiglia e propri assistiti - di vivere in altri alloggi, lontano dalla famiglia, o riservarsi una zona della casa. «Se consideriamo che l’ 80% sono donne e molte di loro sono madri - fa notare Pedrotti - capiamo l’impatto e il sacrificio sulle loro vite: vedono i figli, da settimane, solo in video e chat».
Tra le criticità che l’Ordine evidenzia, la scarsità di tamponi per gli operatori del comparto: «Sappiamo - riconosce Pedrotti - che l’Azienda sanitaria sta facendo il possibile. Purtroppo non si è riusciti a farli subito sul personale sanitario, per isolare anche i positivi asintomatici e toglierli dal contatto con i pazienti. Nei prossimi giorni arriveremo a 1.500-2.000 tamponi al giorno, per fortuna. In Trentino risultano contagiati - spiega Pedrotti - 129 dipendenti dell’Apss: 102 sono infermieri e oss, 14 medici, 13 amministrativi e tecnici. Gli infermieri hanno la solidarietà nella propria etica e sentono la vicinanza delle istituzioni e dei cittadini. Certo, riconoscerne ruolo e competenze, anche sotto il profilo economico (stipendi da 1500 a 1800 euro mensili), sarà un passo necessario, non solo per i tempi dell’emergenza».