Barista riempito di botte e minacciato di morte

Riempito di botte, minacciato di morte, in pieno giorno, a Trento, in via Vittorio Veneto. Il tutto, sentendo il racconto della stessa vittima, lo storico barista Adriano Cavosi, per un rimprovero fatto probabilmente alla persona sbagliata.

E che si è trasformato nella causa di una sorta di spedizione punitiva che ha portato lo stesso Cavosi in ospedale, al pronto soccorso, per sospette fratture in varie parti del corpo. Ma non basta, perché dopo aver ricevuto il pestaggio, a Cavosi sono arrivate anche le minacce di morte, estese alla sua famiglia, da parte di una persona che sembra essere quella che si era accanita proprio sul barista. Che ora dice: «Ho paura per me e la mia famiglia, chiedo che le forze dell’ordine intervengano e ci tutelino».

La vicenda prende origine nel tardo pomeriggio di ieri, in una giornata uggiosa di metà primavera in cui l’ultima cosa cui la vittima pensava era di dover subire botte e minacce di morte in pieno giorno, davanti al suo bar. Alle 17 circa passa una ragazza con una bici, probabilmente una mountain bike, ad alta velocità lungo il marciapiede davanti al bar. «Ho chiesto alla ragazza di andare più piano e che la ciclabile era più in là. Per tutta risposta la ragazza mi ha aggredito verbalmente e insultato e colpito con dei colpi di arti marziali».

Dopo poco, arriva un ragazzo palestrato che, dice Cavosi, «mi ha massacrato di botte. Per fortuna mia figlia si è messa in mezzo e lui è scappato». Ma come detto non finisce qui, prima una persona anziana lo ha preso per la guancia con fare minaccioso, dopo di che, sottolinea Cavosi, «quello che mi ha picchiato, mi ha detto: sei morto tu, la tua famiglia e i tuoi cari».

Il noto barista della zona si è poi recato in ospedale al Santa Chiara per farsi medicare e curare. Ai carabinieri, accorsi sul posto, ha chiesto di essere tutelato e protetto, anche perché, dice, «ora io ho paura e sono molto preoccupato per me e la mia famiglia».


FIEPET-CONFESERCENTI SOLIDALE 

Il presidente della Fiepet, Massimiliano Peterlana, esprime solidarietà all’esercente aggredito e minacciato di morte e condanna il clima di pericolosità che continua a interessare la città di Trento e non solo.

La situazione si è appresa dalla stampa. Un barista è stato aggredito, minacciato di morte, in pieno giorno, a Trento, in via Vittorio Veneto. Il tutto per un rimprovero e un richiamo all’ordine del vivere civile e alle regole. E’ non si tratta di un episodio isolato.
«Esprimiamo tutta la nostra solidarietà – dice Massimiliano Peterlana – al collega aggredito. L’episodio desta sconcerto sul degrado e sull’insicurezza in cui versa il centro cittadino di Trento e non solo. Purtroppo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Ci troviamo di fronte a un clima di criminalità che aumenta di giorno in giorno e che toglie serenità alle imprese dei pubblici esercizi e ostacola pesantemente le attività professionali già profondamente colpite da covid 19 e alle prese con una difficile ripartenza. Non possiamo tollerare che si verifichino episodi simili».

«Il nostro appello – prosegue Peterlana – è che si aumentino gli sforzi per far tornare entro i limiti della legalità e del vivere civile le città, allontanando e perseguendo i responsabili di tali atti. Purtroppo si stanno verificando con preoccupante frequenza nelle città atti vandalici e di violenza».

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