Padre e figlio aggrediti dall'orso sul Peller «Mi ha morso alla gamba, poi alle braccia È uscito come un fulmine, poteva ucciderci»

di Marica Viganò

È uscito dalla boscaglia all'improvviso, piombando contro padre e figlio: poco dopo le 18 di ieri, sul Monte Peller, un orso ha aggredito Fabio e Christian Misseroni. I due si trovavano a circa 1.500 metri di quota, in località Verdé, nella zona di Fontana Maora, pochi chilometri a valle del rifugio Monte Peller. Entrambi appassionati cacciatori, stavano battendo la zona, in una perlustrazione in vista di future uscite.

L'orso, dopo aver colto di sorpresa i due, si è scagliato contro il ragazzo, diciottenne, ferendolo alle gambe con delle unghiate.
Subito Fabio Misseroni si è gettato in difesa di Christian: l'animale si è così avventato su di lui, procurandogli gravi ferite a una gamba.

Poi, forse sorpreso dalla veemente, disperata reazione dei due, l'animale si è allontanato. Padre e figlio sono riusciti a scendere al laghetto di Verdé, dove avevano lasciato la loro auto. Sono poi riusciti a raggiungere l'ospedale di Cles, da dove - mentre i due venivano sottoposti ad accertamenti e cure - è immediatamente partito l'allarme.
«È uscito dal bosco come un fulmine, velocissimo», ha raccontato dall'ospedale Valli del Noce Fabio Misseroni, che è molto noto non solo nel centro clesiano ma in tutta la Val di Non: gestisce la sua macelleria in via Romana, nel cuore di Cles, a due passi dalla chiesa di Santa Maria Assunta.

«Si è scagliato contro mio figlio, colpendolo alle gambe. A quel punto sono andato contro di lui per difendere Christian. Mi ha morso a una gamba, poi a un braccio, poi all'altra mano. Poi se n'è andato, miracolosamente. Avrebbe potuto ucciderci entrambi».

Ieri sera in ospedale Fabio Misseroni è stato sottoposto a tutti i necessari accertamenti, per poi essere medicato con numerosi punti di sutura alle ferite procurategli dall'orso. Meno gravi le condizioni del figlio che, proprio grazie all'intervento paterno, ha riportato ferite più lievi a una gamba.

All'ospedale di Cles, dopo la segnalazione da parte del personale medico sono subito arrivati i forestali, che hanno raccolto le prime testimonianze delle due vittime dell'aggressione. Entrambi hanno detto di aver visto un solo esemplare di orso: il sospetto degli uomini del corpo forestale provinciale - come ha confermato il comandante Romano Masè, che ha raggiunto padre e figlio in ospedale assieme all'assessore provinciale ad agricoltura e foreste Giulia Zanotelli - è che potesse trattarsi di un esemplare femmina, seguito da uno o più cuccioli rimasti nascosti e che si sia scagliato contro l'uomo e il ragazzo proprio per difenderli, allontanandosi poi quando ha visto i piccoli al sicuro.

«Al momento - ha spiegato ancora ieri sera Masè - non è possibile per i nostri uomini salire in zona ma già oggi saliranno per fare gli accertamenti». Si cercherà presumibilmente di raccogliere qualche traccia, come del pelo, per cercare di risalire all'identità dell'esemplare».
Tanta la preoccupazione diffusasi ieri in Val di Non dopo che si è diffusa la notizia dell'aggressione. «Sul Peller l'orso c'è sempre stato, lo sanno tutti - spiega l'allevatore Adriano Toller - ma non era mai accaduta una cosa del genere».

Numerose anche le manifestazioni di vicinanza arrivate in ospedale a Fabio e Christian Misseroni, visibilmente provati non solo nel fisico, letteralmente sotto shock. Padre e figlio in serata hanno ricevuto la chiamata anche del campione di ciclismo Maurizio Fondriest: «Ho chiamato Fabio appena ho saputo: è un mio caro amico. Quello che è successo è gravissimo, entrambi sono comprensibilmente provati. "Siamo stati miracolati", mi ha spiegato, ed è vero: avrebbe potuto finire tutto in maniera ancora più tremenda».

Di tutt'altro tenore l'incontro ravvicinato con l'orso di una famiglia, a fine maggio, quando un ragazzino si ritrovò a tu per tu con l'animale, senza però venire aggredito.

 

Mentre è costato caro, con inevitabile sanzione ai due protagonisti, l'inseguimento dell'orsa in Panda:

 

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