Materne al via giovedì, è caccia agli insegnanti Oltre 100 i posti scoperti

di Angelo Conte

Corsa contro il tempo per assegnare oltre 100 incarichi (moltissimi a orario ridotto) alle materne tra provinciali e Federazione delle materne.

Tra martedì e giovedì, quando riaprono le scuole dell'infanzia provinciali per i bambini tra 3 e 6 anni, la Provincia sarà impegnata a coprire i posti che restano ancora scoperti. Una situazione legata, in particolare, all'emergenza Covid, visto che per rispettare le misure di prevenzione e controllo della pandemia, è stato necessario ridurre da 26 a 22 il numero massimo di bambini per sezione, cosicché queste ultime sono aumentate di 67 unità.

Per ciascuna nuova sezione servono almeno 2 insegnanti in più, ma non è solo questa la ragione dell'aumento del personale. Anche l'organizzazione del posticipo, ossia delle ore aggiuntive pomeridiane, prevede modalità diverse, con i bambini che possono fare il posticipo solo con i compagni della propria sezione e non più invece anche con bambini di altre sezioni.

Quando mancano quattro giorni all'apertura delle scuole, dunque, per quelle provinciali pubbliche sono stati assegnati finora 308 incarichi su 395, con 87 ancora da assegnare. Di queste 86 sono a orario ridotto (ossia meno delle 25 ore settimanali piene) e 1 sola su 119 a tempo pieno, spiegano dalla Cgil scuola.

Le sezioni sono circa 670 e nella chiamata unica erano circa 1.075 posti (da 7,50-10-12,50-15 o 25 ore ) e molti, sottolinea Stefania Galli della Cisl, «inevasi per il problema discusso e ridiscusso da anni sulla mancanza di supplenti ma mai affrontato». Per Galli va poi considerato che «oltre alla carenza di insegnanti, è da tener conto che è un mondo al 99% al femminile malattie o congedi per assistenza ( la cura è da sempre e ancora affidata alle donne) e che educatrici nidi e insegnanti scuole infanzia sono lavori considerati per norma nazionale pregiudizievoli pertanto dipendenti in stato di gravidanza non possono andare al lavoro, maggiore quindi è il bisogno di attingere a sostituzioni».

Infine, anche in Trentino ci sono insegnanti che chiedono di non rientrare in quanto soggetti fragili, altre per fragilità familiari e alcune con familiari positivi.

«Noi partiamo giovedì con le nostre 14 scuole con l'orario pieno, ovvero le 7 ore più le 3 di anticipo o posticipo - spiega Alessandro Laghi di Coesi - la Provincia ha fatto uno sforzo importante sulle risorse aggiuntive per le assunzioni. Noi alla fine abbiamo 9 sezioni in più, e più insegnanti rispetto al passato. Per gli spazi in più, per garantire 2,5 metri quadri a bimbo, non abbiamo avuto problemi, perché abbiamo ad esempio usato la mensa per l'attività scolastica, visto che si mangia in classe. Il nodo insegnanti per noi si potrebbe porre se servissero supplenti, visto che le graduatorie si sono svuotate».

Per la Federazione delle materne parla Giuliano Baldessari, presidente, che spiega come manchino alcune decine di insegnanti per completare l'organico rafforzato, ma che da domani e fino al tre si provvederà alla chiamata.
«La situazione - sottolinea Marcella Tomasi che per la Uil segue la scuola dell'infanzia - è meno semplice in periferia, dove ci sono decine di posti lasciati scoperti, di cui tanti a orario ridotto, per i coprire i prolungamenti di orario potrebbe esserci un problema».

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