La beffa: riapre il Tonale, ma solo dal lato lombardo. Piemonte e Valtellina aprono gli impianti, ecco dove e come
TRENTO -Una vera beffa: l’ultimo giorno di sci della stagione scorsa, l’8 marzo 2020, al passo del Tonale si sciava sul versante trentino, ed era tutto chiuso su quello lombardo. Da lunedì, invece, sarà il contrario: al Tonale impianti trentini chiusi (”zona arancione”) e impianti lombardi aperti.
Nel resto d’Italia la stagione dello sci prova a partire. In ordine sparso, da lunedì torneranno a girare - con il limite massimo del 50% della capienza e il divieto alla mobilità tra regioni - i primi impianti di risalita in Piemonte e Lombardia. Ma devono restare al palo il Trentino e l’Abruzzo, entrambi retrocessi in zona arancione, dove lo sci resta attività off limits. In Friuli-Venezia Giulia si comincerà alla fine della settimana, come la Regione ha deciso nei giorni scorsi, il Veneto ha atteso prima di emanare l’ordinanza.
Tra i primi a riaccogliere gli sciatori, lunedì, saranno Bardonecchia, la stazione invernale della Valle di Susa (Torino) al confine con la Francia, e la parte lombarda del comprensorio Ponte di Legno-Tonale: apriranno Temù, Ponte di Legno e il Passo Tonale, fino al confine regionale con il Trentino. A metà settimana sarà la volta di Santa Caterina Valfurva, in Valtellina, e della Valle d’Aosta.
La ripresa dopo il lunghissimo stop, nel rammarico di avere perso quasi tutta una stagione ricchissima di neve, sarà vissuta anche come un test. Così nei primi due giorni Bardonecchia limiterà la capienza al 30%, confidando di potere arrivare al 50% nel fine settimana successivo. «Daremo priorità ai nostri clienti più fedeli - spiega Nicola Bosticco, amministratore delegato della Colomion - che anche quest’anno hanno acquistato lo skipass stagionale. Dopodiché i restanti skipass giornalieri saranno acquistabili online».
Restano le preoccupazioni. «Siamo molto felici che il settore possa rianimarsi - aggiunge Bosticco - ma i costi che nuovamente stiamo sostenendo sono antieconomici. Non ci resta che sperare nei ristori».
Sestriere, Sauze d’Oulx e Sansicario, nel comprensorio della Vialattea (Torino) ripartiranno nel weekend del 20 febbraio, «È la fine di un incubo - commenta il sindaco di Sestriere, Gianni Poncet - lo sci alpino è la principale fonte di lavoro e sostentamento economico del nostro territorio, capace di generare occupazione e un indotto che si riflette a livello nazionale».
L’obiettivo è fin d’ora programmare la prossima stagione, sperando che la pandemia di Covid consenta una maggiore libertà, per questo «sarà una ripartenza graduale, - prosegue Poncet - mirata a dare un segnale importante di ripresa in vista della stagione sciistica 2021/2022».
In Veneto il riavvio dello sci invernale è rimasto in sospeso in attesa delle ultime decisioni del governo: L’ordinanza - spiega il governatore Luca Zaia - «determinerà le linee guida, ad esempio quanti per tavolo nel rifugio, dove portare le mascherine, il carico di sciatori su ovovie e cabinovie rispetto alla capienza di omologazione».
Delusione nel Trentino tornato arancione: slitta di due settimane l’apertura degli impianti prevista il 17 febbraio con un’ordinanza già approvata dal presidente della provincia autonoma Maurizio Fugatti. Ma già alcune stazioni hanno dichiarato che non riapriranno in marzo, non ne vale la pena. E fra queste Madonna di Campiglio che dà l’arrivederci al prossimo inverno.
Il comunicato di Funivie Campiglio - Pinzolo