Ianeselli non ha già vinto Lasciate lavorare Baracetti

La lettera al direttore

Ianeselli non ha già vinto: lasciate lavorare Baracetti

Egregio Direttore, ho letto il suo editoriale di domenica, che mi ha lasciato piuttosto sconcertato. Che le sue (legittime) simpatie siano rivolte ad una precisa parte politica fanno parte della dialettica, ma il taglio così chiaramente di simpatia e appoggio per un concorrente rispetto all’altro altera una serena e obiettiva visione da trasmettere ai cittadini tutti, in un momento politico così importante per la nostra città.
La modalità è sottile e intrigante; Lei parte da un elogio (la novità assoluta del nominativo quale auspicio desiderabile perché indipendente e non legato a questo o a quel partito) della scelta quale candidato Sindaco per il centrodestra, dell’avvocato Alessandro Baracetti, salvo poi derubricarlo a grave difetto riconducendolo a una preoccupante carenza, diretta conseguenza di inesperienza politica che ne testimonierebbe l’anonimato. Tutte caratteristiche queste che, come chiaramente afferma, non sono in capo “all’imbattibile Franco Ianeselli” che, dà come sicuro vincitore. Evidentemente la sua provenienza dal sindacato Cgil, dove ha ricoperto anche la più alta carica, testimonierebbe per Lei l’esistenza di tutte le caratteristiche che all’avversario mancano. Mah! E se li lasciassimo lavorare e presentare il loro programmi e cominciassimo poi a ragionare su ciò che ci dicono senza insinuare il virus, nei confronti dell’uno e dell’altro, di pregiudizi?

Giannantonio Radice


 

Io non elogio e non derubrico: fotografo

Mi spiace che anche lei - come il consigliere Cia, che ha scritto sui social cose persino divertenti, o come qualche altro tifoso (e tifare è sempre legittimo, sia chiaro) - abbia colto o letto parole che non ho scritto. Io non elogio e non derubrico: fotografo. Perché sono un cronista. La forza di Baracetti - essere assolutamente nuovo - è anche - oggettivamente - la sua debolezza: una cosa è infatti proporre un candidato comunque noto, anche se sostanzialmente fuori dai classici giri della politica, e altra cosa è proporre un uomo che in pochi conoscono, anche se nel suo ambiente - e della sua serietà, della sua preparazione e anche del suo garbo ho infatti parlato - è stimato. Parlare di imbattibile Ianeselli - citando anche gli ultimi scontri elettorali e i risultati oggettivi ottenuti da Giulia Merlo (a sua volta definita Carneade) - significa far riflettere il centrodestra sulla forza del candidato scelto da un centrosinistra che è tornato compatto. Sulla carta, numeri alla mano, Ianeselli è imbattibile. E questo, come ho scritto, potrebbe persino indebolirlo, perché le elezioni scontate rischiano sempre di non esserlo, in virtù delle scelte degli elettori (che disertano persino le urne, quando tutto sembra già deciso). Ho anche scritto che del voto si parla solo a urne chiuse e ho aggiunto che un effetto Salvini, in positivo o in negativo, in base a quanto accadrà a livello nazionale, potrà fortemente influenzare la sfida, rendendo non scontato ciò che - per le ragioni dette - appare scontato. Lei mi fa inoltre dire che Ianeselli avrebbe caratteristiche che Baracetti non ha. Non l’ho mai detto: li ho viceversa messi sullo stesso piano, con grande evidenza. Non conosco infine il significato della parola pregiudizio; qualche volta mi permetto invece - per il mestiere che faccio - di dare un giudizio. Sempre per costruire, come ben sa chi mi conosce. La cosa divertente è che quando scrivo una cosa la sinistra mi accusa di essere di destra e quando ne scrivo un’altra la destra mi accusa di essere di sinistra. Non posso dirle di cosa mi accusi il centro, perché il centro è quasi scomparso (nei partiti), anche se è in quello strano luogo che si vinceranno le elezioni. Quasi mi dimenticavo: ho scritto e ribadisco che la carta segreta per battere Ianeselli sarebbe stata quella di contrapporgli una donna. Ma invecchierò aspettando che i partiti prendano decisioni che qualcuno evidentemente considera ancora rivoluzionarie. Pensi a come sarebbe stata bella, che so, una sfida fra l’industriale Vescovi e il sindacalista Ianeselli o fra molte altre giovani donne che nei partiti emergono ma che i partiti non osano lanciare davvero nell’agone.

a.faustini@ladige.it

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