I giornali all'ospedale sono un servizio necessario

Lettera al giornale

Egregio Direttore, tempo fa (L'Adige del 14 novembre 2019) avemmo ad interloquire circa l'opportunità di far sì che il malato, ricoverato in ospedale, e il cittadino in partenza dalla stazione dei treni di Rovereto, fossero messi in condizione di poter acquistare il quotidiano o riviste varie. Lei, ovviamente, si disse d'accordo con la mia segnalazione, sostenendo come «attività di questo tipo siano da considerare alla guisa di vere e proprie attività di servizio nei confronti dei cittadini».
Qualcuno ci ha ascoltato per il servizio alla stazione; ed oggi al bar della stessa ritroviamo i quotidiani.
Ora io, pur contento di tale risultato, aggiungo che la prestazione di tale servizio, soprattutto per il malato, possa essere essere elevata a natura di vero e proprio diritto dello stesso, di cui l'autorità governativa, in questo caso direttamente la Provincia, ma anche l'autorità comunale, debba farsi carico. Spesso il giornale è per il degente più che una medicina, in ragione dell'evidente beneficio psichico, e quindi anche fisico, che al medesimo deriva dalla lettura dello stesso, in termini di impiego del tempo, distrazione, informazione e quindi collegamento con la realtà esterna. Di recente, il Sinagi (Sindacato nazionale giornalai d'Italia) ha espressamente invitato (L'Adige del 27 giugno) la Provincia a sostenere la diffusione dei giornali, affrontando il problema dei costi della distribuzione sul territorio. Evidenziando, nel contempo, ed opportunamente, la maggiore qualità dell'informazione "cartacea" rispetto a quella fornita via internet; e concludendo nel senso, appunto, che il servizio in parola va considerato come «un diritto sociale che deve essere tutelato dalle istituzioni».
Orbene: mi risulta che tra poco dovrebbe essere riattivata un'edicola in prossimità dell'ospedale. Non potrebbe, anzi non dovrebbe la Provincia valutare di accollarsi la spesa, connessa ad un accordo con il nuovo rivenditore, perché sia attivato un servizio della fornitura mattutina dei giornali e riviste varie nei vari reparti dell'ospedale? È proprio un costo insostenibile tra le tante spese? Non sarebbe un atto di civiltà?

Pietro Chiaro - Rovereto


Una Provincia illuminata dovrebbe scendere in campo direttamente

Sono di parte e cercherò dunque di contenere l'entusiasmo. La penso come lei e penso che una Provincia illuminata, come dovrebbe essere la nostra, dovrebbe scendere in campo direttamente: per dare un supporto agli edicolanti, costretti spesso a fare salti mortali, in particolare quando operano in zone decentrate.

Il ruolo fondamentale dei giornali per la democrazia, per la società, per un'opinione pubblica degna di questo nome, viene ribadito ogni giorno. E anche per questo è giusto aiutare chi i giornali li distribuisce e diffonde, soprattutto in un territorio complicato come il nostro. Partire dagli ospedali e da strutture analoghe - considerato anche ciò che lei giustamente scrive - sarebbe un bellissimo segnale.

lettere@ladige.it

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