A Pinzolo il potere è di casa: due onorevoli, un assessore le Coop e anche l'arcivescovo

di Giuliano Beltrami

Pinzolo caput mundi? Ehi, non esageriamo, che sennò qui qualcuno si gasa. Però, caput trentini... Questo si può dire.

Ha 3.041 abitanti e una leggenda nel nome: quel Pin sol, unico albero rimasto in piedi dopo l’alluvione che avrebbe dato il nome all’attuale Pinzolo. Ma queste sono leggende. La storia di oggi (quella vera) dice che a Pinzolo hanno una marcia in più. Non può essere l’aria dell’Adamello e del Brenta, perché rinfresca altri paesi, ma con risultati ben diversi.

E allora che sarà? Va a saperlo. Stiamo vaneggiando?
Partiamo da capo.
«Basta venire dal capoluogo della valle Rendena per fare fortuna». Così commentava qualche malalingua ieri in un’osteria giudicariese. Invidia? Forse. Certo, se vai a guardare...
Venerdì 31 luglio, nella rovente Fly music arena di Besenello, il popolo della cooperazione trentina ha eletto al primo turno Roberto Simoni alla presidenza della Federazione. Se si considera che la cooperazione è il secondo grande centro di potere (e di sviluppo economico) del Trentino dopo la Provincia, l’investitura è di quelle che pesano per autorevolezza.

Non meno pesante è un altro Roberto: Failoni, professione albergatore, già di Forza Italia, passato alla Lega dopo essere stato illuminato da un suo cliente, tal Matteo Salvini. Sulle spalle il Roberto da Pinzolo si è caricato il turismo (primo volano economico della provincia) con l’obiettivo di riformarlo, sulle orme non facili da seguire di un leader carismatico come Mario Malossini. Ci riuscirà?

La gloria pinzolera non finisce qua. La patria di Nepomuceno Bolognini (tra i fondatori della Sat, a proposito di uomini di fama) ha dato alla patria (quella guidata dalla vera caput mundi) nientemeno che due deputati. Per essere ecumenici, cioè per non far torto a nessuno, uno di maggioranza e una di minoranza. Alla maggioranza appartiene il leghista Diego Binelli, che per la verità era più nominato quando faceva l’assessore nel suo comune che dal giorno in cui si è seduto su uno scranno di Montecitorio. Maggiore appeal sembra avere la sua collega (eletta nelle liste autonomiste) Emanuela Rossini, che si trova a suo agio nelle Commissioni parlamentari. Come del resto si trovava a suo agio anche un altro figlio di Pinzolo, Luigi Olivieri (due legislature, una in maggioranza, una in minoranza), ma lui è un vecchio marpione della politica e fra l’associazione dei parlamentari juventini e quella dei deputati di montagna, si muoveva nel Parlamento come a casa sua e fino a pochi mesi fa ha guidato l’Autobrennero.

Continuando con la famiglia Rossini, il vero pezzo da novanta è il fratello di Emanuela, Maurizio. Partito come direttore della Famiglia Cooperativa di Pinzolo, tentò (senza successo) la scalata al Sait (di cui molti anni dopo sarebbe diventato presidente il suo paesano Simoni, guarda i corsi e ricorsi!).

A quel punto si dirottò, decisamente con maggiore fortuna, verso il mondo del turismo, arrivando al vertice provinciale: amministratore delegato di Trentino Marketing.
Ce n’è abbastanza? Questo è il potere materiale.
E quello spirituale? Eh no, quello non alberga a Pinzolo. Ma in fondo basta fare meno di due chilometri ed arrivare a Giustino, da dove viene Don Lauro, il vescovo dei trentini. Qui lo chiamano ancora Don, anche se è monsignore.

E scendendo è meglio fermarsi, perché fatto qualche altro chilometro...
Ai santi non hanno riservato un bel trattamento. Ma tranquilli, quella di Vigilio ucciso a Spiazzo è un’altra leggenda.

I "potenti" figli di Pinzolo

comments powered by Disqus