Vaccini anti-covid in Trentino Per la prima fase arriveranno 17-20mila dosi da Pfizer

Stasera nella conferenza stampa prr fare il punto covid in Provincia, il responsabile del dipartimento prevenzione dell'Apss, Antonio Ferro, ha anticipato alcune informazioni sul piano elaborato per la prima fase di vaccinazioni, che verosimilmente scatterà a metà/fine gennaio.

Come richiesto dal governo, è stato redatto un programma di lavoro sulla base di «una richiesta iniziale di 17-20 mila vaccini per il Trentino destinati a una serie di categorie di persone individuate dalle autorità sanitarie nazionali».

Stando a quanto anticipato dal ministero della salute e dal commissario Domenico Arcuri, si tratterà innanzitutto di operatori sanitari, altri lavoratori di settori essenziali esposti a un elevato rischio di contagio, persone anziane o immunodepresse.

Il primo vaccino atteso sul mercato è quello prodotto da Pfizer/BioNTech, che richiede però una catena del freddo particolarmente impegnativa (-80°): anche in questo ambito l'Apss ha verificato le attuali capacità di stoccaggio nei vari ospedali e quindi stabilito di acquistare altri quindici frigoriferi in grado di assicurare la temperatura necessaria a conservare le dosi.

Solo da questo produttore dovrebbero arrivarne in Italia 3,4 milioni entro gennaio 2021: basteranno a vaccinare 1,7 milioni di persone entro la fine di marzo (dopo la prima inoculaizone serve un richiamo).

Dunque, in Trentino se arrivassero ventimila dosi, sarebbero diecimila le persone vaccinate al primo giro.

Ma nel frattempo anche altre aziende potrebbero sopraggiungere con i propri vaccini: negli ultimi giorni si sono susseguiti gli annunci di due produttori i cui preparati non abbisognano di una conservazione a temperature così basse, basta quella di un normale frigo.

Si tratta di Oxford-AstraZeneca-Irbm (dunque con un partner italiano), da un lato, e di Moderna dall'altro.

Il vaccino Oxford-AstraZeneca-Irbm che sarà commercializzato e distribuito, dopo le approvazioni regolatorie necessarie, ha una efficacia pari al 90% secondo i dati ad interim presentati proprio oggi, 23 novembre, dalla stessa azienda produttrice.

Sono stati infatti testati nella sperimentazione di fase 3 due differenti regimi di somministrazione. Il regime dimostratosi migliore, con una efficacia pari appunto al 90% e la massima tollerabilità per gli anziani, è quello che prevede l'inoculazione di mezza dose ed un richiamo con una dose completa dopo un mese. E' questo il regime vaccinale che sarà considerato per la commercializzazione. Il secondo regime ha invece dimostrato una efficacia del 62% e avrebbe previsto la somministrazione di due dosi piene a distanza di un mese. 

È stata inoltre effettuata una analisi combinata dei due regimi, che ha dato una efficacia media del vaccino pari al 70%.

Entro la fine del 2020 saranno disponibili a livello mondiale circa 200 milioni di dosi: la produzione raggiungerà 700 milioni già entro il prossimo marzo, ha spiegato nel corso d'una video-conferenza Pam Cheng, vicepresidente del colosso farmaceutico AstraZeneca, partner dell'ateneo britannico assieme all'Irbm di Pomezia, spiegando, con il ceo Pascal Soriot che, attraverso una rete di 20 centri di produzione sparsi nel mondo, sarà possibile sfornare nel 2021 da 100 a 200 milioni di dosi al mese per il mercato internazionale.

Il Regno Unito ha già prenotato 20 milioni di dosi del prototipo di Oxford per fine anno, e altre 70 milioni entro la primavera.


La statunitense Moderna spiega che il proprio vaccino è efficace al 94,5%. 

Un annuncio che segue quello di pochi giorni fa del colosso Pfizer, il cui vaccino si sarebbe dimostrato invece efficace al 90%.

I dati di Moderna "sono straordinari, un'efficacia al 94.5% è impressionante. Ora, dopo i risultati simili annunciati la scorsa settimana sull'altro vaccino della Pfizer, possiamo prevedere finalmente un impatto sulla pandemia. E' un grosso passo avanti", ha commentato Anthony Fauci, immunologo e direttore dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Usa (Niaid), che ha collaborato allo studio sul candidato vaccino.

"Prevediamo - ha quindi annunciato - dosi di entrambi i vaccini a fine dicembre per le categorie ad alto rischio".

Vari candidati vaccini sembrano dunque avvicinarsi sempre più al traguardo, anche se le sperimentazioni non sono ancora concluse. E l'Europa anticipa i tempi attraverso accordi con diverse aziende al fine garantire un adeguato approvvigionamento.

"Domani autorizziamo un nuovo contratto con Curevac per il vaccino contro il Covid-19, che ci permetterà di assicurarci fino a 405 milioni di dosi. Questo è il quinto contratto per il nostro portafogli di vaccini e stiamo lavorando ad un sesto con Moderna", ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. In questa fase, ha precisato, "non sappiamo ancora quale vaccino si rivelerà efficace. L'Ema li autorizzerà solo dopo una valutazione attenta ed è per questo motivo che abbiamo bisogno di un portafogli di vaccini ampio e basato su tecnologie diverse". Ogni Stato membro, ha inoltre assicurato, "riceverà il vaccino allo stesso tempo, su base percentuale, e alle stesse condizioni".

Lo studio COVE per il vaccino mRNA-1273 di Moderna ha arruolato 30mila partecipanti e sono state somministrate al campione due dosi. La prima analisi preliminare ha visto 95 partecipanti con casi confermati di Covid-19. Di questi, 90 facevano parte del gruppo cui è stato dato un placebo e 5 nel gruppo cui è stato somministrato il vaccino. Moderna intende ora presentare una richiesta d'autorizzazione all'uso per emergenza all'ente statunitense per il controllo dei farmaci Fda.

Questa analisi preliminare "positiva del nostro studio di Fase 3 ci ha dato la prima conferma clinica che il nostro vaccino può prevenire Covid-19, incluse le forme gravi", ha dichiarato Stéphane Bancel, ad di Moderna. Il vaccino mRNA-1273 presenta anche facilità di distribuzione e stoccaggio dal momento che per la sua conservazione non sono necessarie temperature troppo basse. Rimane infatti stabile a temperature standard di refrigerazione tra 2° e 8° C per 30 giorni, e si prevedono condizioni di trasporto e conservazione a lungo termine a temperature standard da congelatore di -20° C per 6 mesi.

L'azienda prevede di disporre di circa 20 milioni di dosi entro la fine del 2020 da destinare agli Usa e fa sapere di essere "sulla buona strada" per la produzione totale di 500 milioni-1 miliardo di dosi nel 2021. Dal canto suo, l''Agenzia europea del farmaco (Ema) ha annunciato l'avvio della procedura del rolling review per questo vaccino, ovvero il primo passo dell'iter di approvazione sulla base dei risultati preliminari degli studi.

La stessa procedura è stata avviata pure per il vaccino messo a punto da AstraZeneca-università di Oxford-Irbm.

Ad oggi, un'efficacia al 92% è stata annunciata anche per il vaccino russo Sputnik.

Intanto, scatta la fase 3 della sperimentazione per un altro candidato vaccino, quello della Janssen (società che fa capo alla multinazionale Johnson&Johnson), mentre Ema e agenzie regolatorie nazionali europee hanno preparato un piano speciale per il monitoraggio della sicurezza dei vaccini anti-Covid, su come raccogliere e analizzare le informazioni che emergeranno una volta che saranno autorizzati. Si prevede che le aziende presentino rapporti mensili sulla loro sicurezza.

comments powered by Disqus