Pagelle, fioccano i 5
Le pagelle della prima serata del Festival di Sanremo 2012.
DOLCENERA - Ci vediamo a casa - 5 - Look un po' datato, ma meno panterona del previsto. Un pop elettronico che cerca l'orecchiabilità ma rimane impantanata nelle solite note. In più i primi versi sono stati condizionati da una più che giustificabile emozione.
SAMUELE BERSANI - Un pallone 6 - Uno swinghettino gradevole accompagna uno dei testi migliori del festival. Bersani è chiaramente bloccato dall'emozione, ma il pezzo ha potenzialità radiofoniche.
NOEMI - Sono solo parole - 8 - E' una bella canzone, scritta da Fabrizio Moro e prodotta benissimo da Corrado Rustici. Noemi la canta con la sua caratteristica intensità e la sicurezza di una veterana. Performance che nobilita il festival.
FRANCESCO RENGA - La tua bellezza 6 - Evento raro, Renga all'inizio è impreciso, ha bisogno di qualche verso per ritrovare l'intonazione. Il brano, uno dei candidati alla vittoria, è un mix di aria pop e rock, scritta su misura per le doti vocali di Francesco Renga che stasera ha pagato lo scotto della tensione da Ariston.
CHIARA CIVELLO - Al posto del mondo - 5 - Chiara Civello è un'interprete che in un ambito jazz ha ottenuto meritati riconoscimenti. Per arrivare a Sanremo le hanno affidato un brano datato, che suona come un maldestro tentativo di suonare alla Piazzolla. Un'occasione sprecata per far arrivare all'Ariston sonorità diverse dal solito.
IRENE FORNACIARI - Grande Mistero - 5 - Ci mette grinta come se fosse sufficiente a ottenere il passaporto per la qualità. Come se volesse scrollarsi di dosso il peso di essere presentata ogni volta come "una cresciuta a pane e rhythm and blues", che è un po' come dire che i neri hanno il ritmo nel sangue, ha cantato un pezzo, in italiano, di Davide Van De Sfroos. Ma sembra ancora in cerca dell'autentico status di big.
EMMA - Non è l'inferno 6 - Candidata alla vittoria finale, sempre molto compresa nel ruolo di cantante tutta grinta, si presenta con un pezzo impegnato su un reduce che non trova lavoro. Per le sfumature e l'eleganza ci sarà tempo.
MARLENE KUNZ - Canzone per un figlio 5 - Peccato. Godano e compagni, presentati come "l'unico gruppo che fa rock in Italia", sono arrivati all'Ariston con un brano innocuo che non lascia tracce. Le emozioni sono rimaste lontane.
EUGENIO FINARDI - E tu lo chiami Dio 6 - Chiamato a rappresentare la categoria cantautori, Finardi ha portato all'Ariston una riflessione su Dio cantata con elegante disinvoltura e il giusto disincanto.
GIGI D'ALESSIO-LOREDANA BERTE' - Respirare 5 - Il brano per certi aspetti è una sorpresa. Sul look della Berté il bon ton impone di sorvolare. C'è una certa orecchiabilità, ma continua a sfuggire il senso della strana coppia.
NINA ZILLI - Per sempre 7 - Nina Zilli è uno dei personaggi più interessanti della musica italiana. Il pubblico la conosce come italica soul sister: in gara porta un brano molto Italia anni '60, impegnativo, appassionato, accattivante, che ricorda Mina.
PIERDAVIDE CARONE - LUCIO DALLA - Nani 4 - Carone e' l'autore dei leggendari versi "in tutti i luoghi in tutti mari". Quest'anno si inserisce nel filone delle storie di prostituzione disperata con la benedizione di Lucio Dalla che dirige l'orchestra e vocalizza. Niente di più.
ARISA - La Notte 6 - Canta bene un brano intimista che promette emozioni che non arrivano. Manca un ritornello, altrimenti poteva essere un successo.
MATIA BAZAR - Sei tu 5 - Per tornare a Sanremo si è rimessa insieme la formazione con Silvia Mezzanotte. Nella lunga carriera del gruppo si sono ascoltate cose migliori.