Riapre il teatro Zandonai e Rovereto è in Festa

Festa ieri a Rovereto, nel giorno dell'attesa inaugurazione del teatro Zandonai, dopo dodici anni di lavori (spesa 25 milioni) e tre amministrazioni municipali. Dopo una giornata di iniziative artistiche per strada, a sottolineare la relazione stretta fra il teatro e la città, come ha detto il sindaco Andrea Miorandi, in serata si è alzato il sipario sull'orchestra Haydn per il concerto inaugurale visibile anche in un maxi schermo all'esterno. In precedenza, spettacoli con artisti, musicisti e teatranti, un gigantesco opening mob con cinquemila persone riunite in corso Bettini in attesa dell'apertura delle porteVideoclip del concerto inauguraleFotogallery della giornata di festa

di Laura Galassi

Festa grande ieri a Rovereto, nel giorno dell'attesa inaugurazione del teatro Zandonai, dopo dodici anni di lavori (spesa 25 milioni) e tre amministrazioni municipali.

Dopo una giornata di iniziative artistiche per strada, a sottolineare la relazione stretta fra il teatro e la città, come ha detto il sindaco Andrea Miorandi, in serata si è alzato il sipario sull'orchestra Haydn per il concerto inaugurale  visibile anche in un maxi schermo all'esterno.

 

Alle 17 è scattato lo spettacolo di strada, in centro storico, con artisti, musicisti e la compagnia  Teatro Tascabile di Bergamo impegnati in un percorso itinerante.Artisti, Musicisti e TTB Teatro Tascabile di Bergamo Percorso itinerante per il centro storico per il preludio all'apertura del teatro Zandonai

Poi, la partenza del corteo da piazza Battisti per preparare l'opening mob con cinquemila persone che si sono riunite in corso Bettini, dove sono proseguite, davanti al teatro, in mezzo alla strada, le esisibizioni di teatranti, ballerine e musicisti.

Purtroppo, però, per la gran parte del pubblico, data la calca e il palca non rialzato, è stato difficle riuscire a vedere gli spettacoli. Fra le proposte artistiche, tutte molto applaudite, esibizioni di vari generi di danza, da quella africana a quella medievale passando per quella classica.

 

Dopo queste colorite manifestazioni di piazza e l'intervento dei rappresentanti istituzionali, il teatro ha aperto realmente le porte (alle 19.45), per accogliere il pubblico e infine alzare il sipario (un'ora più tardi, dopo il saluto del sindaco Andrea Miorandi) sul concerto inaugurale affidato all'orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

La vigilia si è peraltro infiammata con le polemiche sui posti riservati stasera ai «Vip» e sulle assenze di alcuni membri della giunta provinciale (annunciate quelle del presidente Rossi e dell'assessore Mellarini) mentre altri sono arrivati in centro già nel pomeriggio.

Il vicepresidente della giunta, Alessandro Olivi, infatti, dopo l'affolalto opening mob, ha affiancato il sindaco Miorandi nella cerimonia della restituzione del teatro ai cittadini di Rovereto.

 

Di fronte alle cinquemila persone presenti all'opening mob, il sindaco ha sottolineato il senso di questo evento per strada, a significare che il teatro appartiene alla città della quale rappresenta «la grande bellezza».

Olivi ha espresso a sua volta l'auspicio che lo Zandonai si riveli davvero un teatro per la gente e un luogo nel quale, oltre a ospitare spettacoli, si possa anche elaborare proposte artistiche.

 

Dal punto di vista dell'ordine pubblico tutto è filato liscio, davanti allo sguardo di un presidio abbastanza corposo di forze dell'ordine.

 

In edicola sull'Adige di domenica la cronaca completa e i commenti sull'inaugurazione.

 

 

Guarda la fotogallery

 

I VIDEO

 

Il concerto inaugurale del'orchestra Haydn

 

 

Gli spettacoli per strada

 

 
 
 

«La costruzione del Teatro Comunale "Riccardo Zandonai" - spiega una nota del Comune - un tempo chiamato "Sociale", avvenne per opera dell'architetto Filippo Macari nel 1783. Fu il primo teatro del Trentino, frutto dell'atmosfera culturale aristocratico-borghese della Rovereto del secolo XVIII.
In origine era una semplice costruzione in legno, e si limitava solo al corpo del palcoscenico e alla sala. Poi fu sostituita da un'opera in muratura, con il progetto di Macari, e nel 1871 venne completata con la nuova facciata, opera dell'architetto Saverio Tamanini.

Il teatro senza la facciata, l'atrio e il salone al primo piano, venne inaugurato il 26 maggio 1784 con l' opera "Giannina e Bernardone" di Cimarosa.
Nel 1870-71 si costruì il corpo verso il corso, che comprendeva l' atrio ed il pianoterra, il salone al primo piano e la bella facciata attuale.
Nel 1827, per speciali convenzioni, il teatro roveretano diventò proprietà privata, mentre i palchi rimasero ai singoli palchettisti. Per rendere possibili i vari restauri e completamenti, ostacolati dalle divergenze insorte tra i palchettisti e i proprietari, il Comune lo acquistò nel 1867 e lo cedette gratuitamente ai palchettisti, con l'obbligo però di eseguire prontamente i necessari lavori di restauro.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale il teatro subì le più barbare devastazioni, venne usato come stalla, magazzino e caserma.
Fu ristrutturato in breve tempo e reinaugurato con l'opera "Francesca da Rimini" di Riccardo Zandonai.
In questa occasione si decise di intitolare il teatro al grande compositore.
Dall'ottobre all' aprile del 1924 il teatro venne rimesso completamente a nuovo, ed inaugurato con "Giulietta e Romeo" di Zandonai alla presenza del principe Umberto di Savoia.

Il Teatro è stato interessato da un'importante opera di restauro. La parte principale dei lavori è conclusa e il teatro tornerà nel pieno delle sue funzioni con la stagione teatrale 2014/2015.

Il restauro

L’ultima fase del restauro del Teatro Zandonai, iniziata nel 2010, si è conclusa alla fine del 2013.

Le complesse ed articolate fasi del restauro hanno interessato principalmente la verifica tecnica e la realizzazione dell’intera impiantistica termica, elettrica e di condizionamento, la realizzazione del sistema antincendio e di sicurezza; il recupero ed il restauro degli elementi storici ancora esistenti nel teatro: Il recupero della facciata storica su Corso Bettini riferibile agli interventi di ampliamento 1871 ad opera dell’architetto Saverio Tamanini; il restauro del grande controsoffitto che insiste nell’aula teatrale ; il restauro sia materico che strutturale dei 4 ordini di palchi lignei compreso il loggione o quarto ordine
    Il ritrovamento e il recupero delle decorazioni dei controsoffitti del Foyer su Corso Bettini.

Si è trattato prima di tutto di un tentativo di capire i “segni” che potevamo ancora riconoscere, ciò che il testo materiale ci proponeva.

Il recupero obbliga infatti a individuare per ogni edificio la concezione strutturale-materica secondo cui sono state articolate le forme e i sistemi costruttivi; questo sia per valutarne le modificazioni e la validità, sia per commisurare, una volta comprese le tematiche, la consistenza degli interventi.

La conservazione-restauro, prima di essere un’operazione tecnica sul materiale dell’oggetto, è un metodo che si basa su “un giudizio critico che mira ad identificare questo oggetto con le caratteristiche proprie, a definire o mettere in luce i valori o i significati specifici che lo distinguono e che, nel giustificare la sua salvaguardia, stabiliscono l’obiettivo ed il cardine delle operazioni tecniche che essa implica».

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