Analizzate 100mila galassie. Nessun segno di «imperi alieni»
Seguendo la teoria proposta negli anni '60 dal fisico teorico Freeman Dyson, un gruppo di astrofisici ha condotto un'analisi a tappeto su 100.000 galassie in cerca di segnali emessi dalle tecnologie di civiltà molto evolute, capaci di colonizzare un'intera galassia. Non è venuto fuori nessun segno di "imperi alieni", ma è arrivata la scoperta di insospettati fenomeni nella Via Lattea. Pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal, il risultato si deve al gruppo di ricerca coordinato da Roger Griffith dell'università americana Penn State.
«L'idea alla base della nostra ricerca - rileva uno degli autori, Jason Wright - è che, se in una galassia ci fosse una civiltà avanzata, l'energia prodotta dalle sue tecnologie, sarebbe rilevabile alle lunghezze d'onda del medio infrarosso». Computer, sistemi di comunicazione, tecnologie spaziali o qualcosa che non possiamo ancora immaginare, emettono energia nelle lunghezze d'onda del medio infrarosso come quelle che può rivelare il satellite della Nasa Wise.
Guidati da Roger Griffith, i ricercatori hanno analizzato quasi l'intero catalogo delle galassie osservate da Wise, individuando le 100.000 galassie più promettentì. Anche se la ricerca indica che nessuna di queste sia popolata da una civiltà aliena, in 50 di esse, sottolinea Wright "sono stati trovati livelli di radiazioni nel medio infrarosso insolitamente più alti, da analizzare con futuri studi". Nella nostra galassia, invece, è stata scoperta una nebulosa luminosa, che circonda la stella 48 Librae, e un gruppo di oggetti invisibili ai telescopi ottici. Secondo gli autori, probabilmente questi oggetti sono stelle che si stanno formando in una nube in precedenza sconosciuta, mentre la nebulosa che circonda la stella è probabilmente dovuta a una enorme nube di polveri.