New York dichiara guerra al sale, San Francisco allo zucchero
New York dichiara guerra al sale al ristorante, San Francisco allo zucchero nelle bibite: è la nuova puntata coast to coast delle campagne per aiutare gli americani a nutrirsi in maniera più sana. Dopo aver messo al bando i grassi trans, imposto di indicare le calorie sui menù e dopo aver cercato senza successo di limitare le dimensioni delle bevande gassate, la Grande Mela ha individuato nel sodio il prossimo avversario.
Dall’altro lato del Paese, all’ombra del Golden Gate, l’industria delle bollicine si è già mobilitata annunciando il ricorso: l’ordinanza municipale impone di pubblicare su bottiglie, lattine e relative pubblicità l’avvertenza che l’eccesso di contenuti zuccherini nelle bevande (più di 25 calorie da dolcificanti ogni 340 grammi) fa male alla salute. Se il piano di San Francisco dovesse andare in porto la metropoli diventerebbe la prima in America ad imporre l’avvertenza.
Il sindaco di New York Bill de Blasio ha dato il benvenuto all’affondo anti-sale, il primo della sua amministrazione dopo le campagne pro-salute del predecessore Michael Bloomberg. In base al piano presentato oggi, e che potrebbe entrare in vigore in dicembre dopo il parere favorevole del Board of Health, molte catene di ristoranti, ma anche i cinema e i banchetti ai parchi di divertimenti, dovranno aggiungere l’icona di una saliera accanto a ogni piatto che ha più di 2.300 milligrammi di sodio, il massimo raccontato da molti dietologi.
La dose è l’equivalente di un cucchiaino di sale e i cibi che lo contengono - ad esempio le costolette della catena TGI Fridays (2.420 milligrammi) o le fajitas di pollo di Applebee (4.800 milligrammi) saranno identificati chiaramente come «a rischio», perchè altrimenti «è difficile per i consumatori distinguere quali piatti sono ad alto contenuto di sodio, e il sodio - ha spiegato la numero due dell’assessorato alla salute Sonia Angell - è responsabile di una serie di malattie cardiovascolari».