«A22, pessime aree di servizio» Mancano qualità e tipicità
Dovrebbero essere la prima vetrina che il Trentino offre ai suoi turisti, e invece... Invece le aree di servizio dell'Autostrada del Brennero, secondo quanto ci scrive la signora Laura Malabarba, affezionata turista, proprio non sono all'altezza. È così?
Ecco la sua lettera e la risposta del direttore, Pierangelo Giovanetti.
«Gentile direttore,
amo trascorrere le vacanze invernali (e sovente quelle estive) nella vostra splendida regione.
Abitando in Lombardia, percorro spesso l’autostrada del Brennero e ogni volta rimango allibita davanti ai servizi offerti nelle aree di sosta trentine: neanche l’ombra di un ristorante, se non resistendo ai morsi della fame fino all’Alto Adige, solo un paio di vecchissimi bar con una scarsa offerta di prodotti, per non parlare delle precarie (per non dire pessime) condizioni in cui versano i servizi igienici, che gareggiano con alcune stazioni ferroviarie per conquistare la palma del peggior bagno d’Italia.
Il tutto in un’autostrada tra le più care d’Italia e in un regione che fa del livello dei servizi offerti ai propri cittadini e ai numerosi turisti il proprio - legittimo - vessillo.
Trovo sorprendente che nessuno dica mai nulla e soprattutto che nessuno intervenga per sanare almeno in parte questa situazione».
Laura Malabarba
Le condizioni dei punti di ristoro (quelli che comunemente vengono chiamati autogrill) sull’Autostrada del Brennero sono veramente disastrose. Non solo non ci sono ristoranti degni di tale nome, ma anche i bar sono scadenti, tenuti male, con annesso spaccio di merci in cui i prodotti trentini sono inesistenti. In compenso abbondano prodotti sconosciuti, di marche o sottomarche di scarsa reputazione, sulla cui qualità dei prodotti ci sarebbe da discutere.
Purtroppo i punti ristoro sono assegnati dalla società Autobrennero che tiene conto al momento dell’appalto delle migliori condizioni economiche per sé, al di là della qualità degli autogrill. Risultato: abbiamo punti ristoro indegni di una regione come il Trentino Alto Adige, anonimi rispetto al territorio, squallidi per offerta e ambiente che offrono, pessimo biglietto da visita per i turisti, sia quelli che vengono da Nord che gli italiani da Sud.
Morale: per l’A22 è un pessimo servizio, che danneggia il territorio. E qui non resta che domandarsi: ma gli azionisti non sono le istituzioni del territorio? Non hanno a cuore che il territorio venga valorizzato? Che giudizio si dà in Autobrennero di questo non-servizio?
Come se non bastasse, il «nuovo» gestore che negli ultimi anni si è aggiudicato la quasi totalità dei punti ristoro dell’A22 come primo atto ha deciso di togliere l’offerta dei giornali, cioè l’informazione del cittadino. Troppo faticoso, probabilmente, secondo i gestori. Non sufficientemente redditizio. Come se il diritto all’informazione fosse non un servizio da garantire, ma una semplice mercanzia in vendita da eliminare a piacimento.
E qui viene il ruolo dell’Autobrennero. Possibile che questi criteri di qualità, rispetto del viaggiatore, valorizzazione del territorio, garanzia del diritto all’informazione non siano tenuti presente e messi nero su bianco nel bando di assegnazione dei punti di ristoro?
Come giornale chiediamo ufficialmente all’Autobrennero una risposta e un impegno su questi temi. Pagare il pedaggio (e abbastanza caro) per avere in cambio un servizio, vuol dire vedersi garantiti «qualità di servizio e di offerta» anche durante la sosta, quando si va in bagno, quando ci si ferma a mangiare, e quando si vuole acquistare un giornale senza dover uscire dall’autostrada per rientrarvi perché sull’Autobrennero non vendono più i giornali.
Attendiamo una risposta, a nome di tutti i viaggiatori dell’Autostrada del Brennero.
Pierangelo Giovanetti